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A.B. 3 settembre 2016
Derivati, Oristano batte la Bnl
I contratti sui derivati stipulati dal Comune di Oristano e dalla Bnl sono nulli. Lo ha stabilito la Terza sezione civile del Tribunale di Roma, con una sentenza pubblicata martedì, accogliendo il ricorso del Comune, che era assistito dall’avvocato Sisto Manzi


ORISTANO - I contratti sui derivati stipulati dal Comune di Oristano e dalla Bnl sono nulli. Lo ha stabilito la Terza sezione civile del Tribunale di Roma, con una sentenza pubblicata martedì, accogliendo il ricorso del Comune, che era assistito dall’avvocato Sisto Manzi. Il motivo della nullità lo hanno spiegato il sindaco Guido Tendas e l’assessore comunale al Bilancio Giuseppina Uda nel corso di una conferenza stampa: «Non erano contratti che godevano della sostenibilità, la rischiosità era tutta a carico del Comune di Oristano. Chi li ha sottoscritti non ha tutelato l’Ente e questo è di una gravità inaudita. Quei contratti sono stati dichiarati nulli con tutti gli effetti che ne derivano e il 10 ottobre il giudice stabilirà l’entità dei danni e delle somme che ci saranno dovute. Il Comune ha chiesto un risarcimento di un milione di euro».

«Abbiamo guarito il Comune e la città da un cancro e la guarigione l’ha garantita questa Giunta che qualcuno vuole descrivere come scalcinata», ha aggiunto Uda, che ha ricordato le tappe di una vicenda iniziata nel 2005 quando fu firmato un primo contratto di derivati con la Bnl per un valore di 20milioni. Un anno dopo, nel settembre del 2006, il contratto fu rivisto al rialzo con un nozionale portato a 29milioni di euro. Tecnicamente si trattava di contratti di Swap con i quali le parti contraenti si accordano per scambiarsi, in base a regole e formule prestabilite, flussi finanziari futuri. Contratti dichiarati nulli sotto il profilo della causa, perché non idonei ad assolvere alle finalità di copertura, ma anche perché contrari alle norme imperative che vietano agli enti di sottoscrivere contratti Swap con le opzioni contenute. Sulla base di questi impegni il Comune solamente negli ultimi quattro anni, durante l’Amministrazione Tendas, ha dovuto accantonare 1,958milioni di euro e pagare oltre 230mila euro di interessi passivi (20mila nel 2012, 23mila nel 2013, 44mila nel 2014, 66mila nel 2015 ed oltre 80mila nel 2016), che nel corso degli anni sarebbero cresciuti progressivamente.

«Proprio a causa di questi impegni, le risorse accantonate non sono state utilizzate per finanziare altri servizi o opere che sarebbero andate a beneficio della città - hanno precisato il primo cittadino Tendas e l’assessore Uda - La nostra politica di bilancio in questi anni è stata fortemente condizionata dalle scelte operate nel 2005 e nel 2006. È un grande risultato, abbiamo disinnescato una mina che avrebbe potuto portare al dissesto, un fatto gravissimo». «Questa sentenza – ha osservato ancora il sindaco – consente di fare chiarezza su quale sia la politica fatta da chi ci ha preceduto e quale quella fatta da noi. Ci hanno lasciato esposti a un gravissimo pericolo per la stabilità finanziaria dell’Ente e della città. La nostra è una politica di contenuti e di certo non lasceremo debiti alle future amministrazioni». «La pericolosità dei derivati e la vulnerabilità alla quale si esponeva il Comune era stata immediatamente sollevata dal gruppo del Pd – ha ricordato Efisio Sanna, che quando i contratti furono firmati era consigliere di minoranza - Sapevamo che sarebbe stato pericolosissimo, ma non fummo ascoltati». «Chi ha stipulato quei contratti deve assumersene la responsabilità – ha aggiunto Roberto Martani, consigliere comunale del Pd ed ex presidente della Commissione Bilancio - Con quei contratti hanno posato un macigno sulle Amministrazioni. La leggerezza amministrativa di allora si vede nelle decisioni che oggi la minoranza sta assumendo in Consiglio Comunale impedendo all’Ente di far fronte ai suoi impegni».

Nella foto: un momento della conferenza di venerdì
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