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Antonio Sini 12 aprile 2007
Quella “Rambla” che somiglia a un Parco Eolico
Oggi chi guarda l’area sia dal Piazzale della Pace, che dall’ex passaggio a livello, si accorge che la “Rambla algherese” è appesantita da troppi pali zincati per l’illuminazione


ALGHERO - Il lungomare progettato dagli architetti Tore Frulio e Antonio Muzzetto con la supervisione dell'architetto catalano Joan Busquet è ormai diventato il “nuovo” che si propone a chi ritorna ad Alghero di anno in anno. Un cantiere aperto da almeno sette anni, passato dal taglio del nastro di Tonino Baldino, al secondo lotto portato avanti da questa amministrazione. La prima area interessata è stata quella portuale, e solo in un secondo tempo, e a singhiozzi, si è intervenuti nella zona San Giovanni. Il progetto era accattivante, quattro corsie per il flusso automobilistico in entrata e in uscita, separate da uno spettacolare spartitraffico di palme. Bello il colpo d’occhio per chi riesce a carpire linee architettoniche che danno il senso della spazialità esaltata. Ma come tutte le grandi opere, alla fine, cominciano a vedersi “crepe”. Viabilità fluida ma veloce, in carreggiate stradali forse troppo strette. Pista ciclabile scambiata per area pedonale. Un mare di “mantidi” come pali di illuminazione. Ma i pali non finiscono proprio di crescere. Oggi chi guarda con attenzione l’area sia dal Piazzale della Pace, che dall’ex passaggio a livello, si accorge che la “Rambla algherese” sembra una foresta di Eolico. Pali ovunque, di tutti i tipi, persino stravaganti, forme bizzarre, a triangolo, che reggono sei fari, che reggono gran pavesi con dieci lampade a venti metri di distanza l’uno dall’altro, dal gusto pacchiano. Forse si sta appesantendo troppo l’area che dal porto arriva a San Giovanni. Sono troppi i pali in zinco che fanno bella mostra a sostegno di impianti di illuminazione di dubbio gusto. Non si comprende come mai ci si stia accanendo tanto con una zona che forse necessiterebbe di un “disboscamento”. Invece proprio in questi giorni assistiamo alla posa in opera di altri pali e altri lampioni che appesantiscono, con un impatto devastante per l’area. Sicuramente l’opera, progettata senza badare a spese, prevedeva, quanto oggi si sta realizzando. Ma non si venga a dire che il tutto è raffinato, sarebbe una mezza bugia. L’occhio vuole la sua parte, ma come si sa, il bello non si comprende da che parte stia, perché varia con il variare del modo di porsi nell’osservazione.


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