CAGLIARI – Se anche il Consiglio di Stato confermerà la validità del referendum abrogativo, sarà battaglia elettorale sulla validità del Piano Paesaggistico Regionale recentemente adottato dalla Giunta Soru. La decisione di dichiarare inammissibile la richiesta di consultazione popolare per abrogare il Piano Paesaggistico della Sardegna, per il quale il centrodestra aveva raccolto 24 mila firme, era stata resa nota dall'Ufficio regionale del Referendum il 15 marzo scorso, giorno in cui il deputato di Forza Italia, Mauro Pili, aveva assunto un'iniziativa clamorosa: si era autorecluso per protesta nel carcere di Cagliari dove era rimasto per due giorni. L'ufficio regionale per il Referendum aveva spiegato nelle motivazioni che i quesiti proposti sono eterogenei, aspetto che la Corte Costituzionale aveva già contestato in passato richiamando la “lesione della libertà di determinazione del cittadino”. Di oggi la notizia dell'accoglimento da parte del tar, del ricorso presentato contro la decisione dell'Ufficio regionale del Referendum. La Regione Sardegna, intanto, ricorrerà al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar. L'ha preannunciato, senza fare commenti, l'assessore regionale dell'Urbanistica, limitandosi ad osservare che non cambia niente. «C'è già un referendum fissato per il 29 giugno», ha osservato Gian Valerio Sanna, ricordando la consultazione in programma per tale data su tre quesiti proposti da due comitati promotori e che riguardano la legge 8 del 2006, cosiddetta “salvacoste”, e la gestione dell'acqua in Sardegna.

Nella foto l'assessore regionale Gian Valerio Sanna