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Giusy Piccone 12:30
L'opinione di Giusy Piccone
I sardi in piazza contro la speculazione energetica


ALGHERO - Il Movimento 5 Stelle Alghero esprime apprezzamento per la manifestazione organizzata in città dal Presidio Permanente del Popolo Sardo contro la speculazione energetica. Al di là delle possibili strumentalizzazioni politiche di singole iniziative, condividiamo pienamente le preoccupazioni dei cittadini che si oppongono allo scempio del territorio sardo. Come sardi e come algheresi siamo fermamente contrari alla massiccia pressione speculativa che sta investendo l’isola. Centinaia di progetti per pale eoliche, impianti fotovoltaici industriali e nuove infrastrutture elettriche rischiano di compromettere paesaggi, siti archeologici, biodiversità, agricoltura e pesca. L’emblematico caso di Putifigari lo dimostra con chiarezza. Il Ministero dell’Ambiente aveva espresso parere positivo alla VIA per due impianti fotovoltaici su 86 ettari, con una potenza complessiva di 72,6 MW, di cui uno in località Monte Siseri: 66 ettari collocati a ridosso della domus de janas di S’Incantu, appena riconosciuta patrimonio UNESCO. Solo l’opposizione ferma del Comune e delle comunità locali, della Presidente Todde, degli assessori Spanedda e Portas e del Consigliere Di Nolfo, presenti nel Consiglio Comunale aperto, unita alla dichiarazione di illegittimità del parere della Soprintendenza, ha costretto il Ministero ad avviare l’annullamento della VIA. Un caso che mostra come Roma proceda senza rispetto per il nostro patrimonio e come, ancora una volta, sia stata la resistenza dei territori a fermare la speculazione. Il vero responsabile di questa situazione è il Governo Meloni, che persegue con spregiudicatezza una politica centralista capace di minare la nostra autonomia. Il decreto statale sulle aree idonee calpesta lo Statuto Speciale della Sardegna, tenta di riportare a Roma tutte le decisioni su energia e territorio e spalanca le porte agli interessi speculativi. Si tratta di un attacco frontale alla nostra autonomia: un’operazione che considera la Sardegna terra di conquista, non Regione a Statuto Speciale con competenze costituzionalmente garantite. Il caso Putifigari rivela un metodo ricorrente del Governo Meloni: autorizzare prima e preoccuparsi delle vocazioni locali dopo, ignorare i pareri del Ministero della Cultura e procedere nonostante l’opposizione delle comunità locali sino a fare marcia indietro solo quando la mobilitazione diventa impossibile da ignorare. Questo non è governo del territorio: è arroganza centralista. In questo quadro, la Presidente Todde è stata chiara: «La tutela del nostro patrimonio non è negoziabile. Nessun progetto che metta a rischio il nostro patrimonio ambientale e culturale sarà accettato». La buffer zone del sito UNESCO di Putifigari impone vincoli rigidi e l’impianto FER in quella posizione sarebbe stato un colpo al cuore della nostra storia. Putifigari non diventerà terra di speculazione fotovoltaica, così come la Sardegna non si piegherà a scelte calate dall’alto. La resistenza dei territori è fondamentale e lo è ancora di più quando si tenta di imporre decisioni contro la volontà delle comunità. Il Movimento 5 Stelle non è contrario alle energie rinnovabili: è contrario allo sfruttamento indiscriminato imposto da Roma. La transizione energetica deve rispondere ai bisogni dei sardi, rispettare il paesaggio, creare valore e lavoro sul territorio. Servono impianti proporzionati al fabbisogno regionale, comunità energetiche locali, progetti sostenibili e partecipati, non colate di impianti industriali decisi da società speculative. Su questo fronte, la Regione sta opponendo una resistenza ferma, grazie anche alla legge 20/2024 sulle aree idonee. Le osservazioni presentate dalla Regione durante tutto l’iter del caso Putifigari dimostrano che l’azione istituzionale, unita alla mobilitazione popolare, può fermare la speculazione. Siamo vicini ai cittadini che scendono in piazza contro la speculazione energetica: la loro preoccupazione è legittima e condivisa. Il loro impegno, insieme a quello delle istituzioni regionali, è l’unica vera difesa contro il centralismo del Governo che tenta di imporre decisioni dall’alto senza dialogo con i territori.

*Per il Movimento Cinque Stelle
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