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Marco Balbina
17:39
L'opinione di Marco Balbina
Contro solitudine e rabbia, entrate nel volontariato
Il grave fatto accaduto ad Alghero qualche giorno fa e che ha visto implicati dei giovanissimi che hanno aggredito e mandato in ospedale un loro coetaneo davanti agli occhi atterriti della madre, deve far riflettere tutta la comunità e, soprattutto, il mondo degli adulti. Sono fatti che si ripetono ormai con grande frequenza e con esiti anche più gravi ovunque. Viene definita, con un termine gergale e ironico, “la maranza giovanile”; ma c’è poco da essere ironici, perché ci parla della solitudine dei giovani lasciati a sé stessi e ai loro dispositivi informatici sempre connessi. Non stupisce che l’Oxford Dictionary abbia scelto come parola dell’anno “rage bait”: ovvero, la rabbia che genera paura. È quella rabbia, spiegano, che quando diventa sistema, rinchiude nella solitudine, isola i più fragili (i giovani), scardina la fiducia nella comunità e, poi, esplode nella violenza. E, non è un caso, che l’ultimo rapporto Censis, certifica che il 72% delle persone non crede più nella politica, né nella partecipazione civica. Ci troviamo da tempo immersi in una società tossica alimentata da contenuti progettati per dividere, nella quale il 30% degli italiani ritiene, addirittura, che le autocrazie siano più efficaci nella gestione politica della cosa pubblica.
In realtà, una società che guarda con simpatia a scorciatoie autoritarie è una società senza prospettiva e incapace di difendere la cosa più importante che ha: la sua libertà. È in questo vuoto, ci dicono gli esperti, che cresce la patologia del nostro tempo: la polarizzazione emotiva. A questo non si risponde con la sola repressione poliziesca o, peggio, con improbabili chiusure autocratiche e identitarie. Tanti cattivi maestri del “successo facile”, che nel recente passato hanno sbandierato solo individualismo escludente e pratiche di competitività fine a sé stessa, dovrebbero chiedere scusa ai giovani. Si è prospettato loro una società basata solo sulla crescita economica, plasmando città e territori con l’overtourism estivo e il consumismo frenetico: il risultato è stato la gentrificazione delle comunità storiche e ciò che viene definito “civicness drain”, ovvero la desertificazione dei valori. Questo è il contesto dove prolifica la maranza: economie senza etica, sistemi che performano mentre la loro anima collettiva si assottiglia.
Tuttavia, c’è un mondo che resiste. Si tratta di un mondo vivo di persone, organizzazioni civili, cooperative, associazioni, reti informali e professionisti che ogni giorno coltivano possibilità dove altri vedono solo costi. Come dice il sociologo Paolo Venturi, questa moltitudine è l’infrastruttura democratica del Paese, l’argine e l’antidoto contro ogni “demofobia”. Il Terzo Settore e le organizzazioni civili sono il luogo della resistenza attiva, in cui la cooperazione torna a essere “esperienza, relazione, responsabilità reciproca”. Sono il punto in cui la società può ancora imparare a fidarsi. È per questo che i nostri giovani devono fare necessariamente esperienza di volontariato, del dono gratuito, dell’impegno sociale. Non proponiamo loro, dopo il liberismo economico senza valori, anche un futuro di leva militare e di guerra, perché questa è la follia dove l’élite dei superricchi che domina il mondo li vuole portare. Convinciamo i nostri Giovani a rispondete NO a questo nuovo inganno. Ragazzi, una strada alternativa esiste, ed è già tracciata: entrate nel volontariato, spendetevi nel servizio civile, confrontatevi con la profondità della vostra coscienza, senza rabbia e senza paura. Diventerete persone migliori, più umane, contribuendo a rendere più progredite e avanzate anche le società nelle quali vivete.
*Presidente Associazione Parkinson Alghero-ODV
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