Appuntamento a Badu ‘e Carros con Porgy and Bess. Si replica in serata al Teatro Eliseo
NUORO - Giornata intensa, quella di oggi, per il ventesimo seminario jazz che ha aperto i battenti ieri mattina a Nuoro. Mentre alla “Scuola Civica di Musica” di Via Tolmino le attività didattiche entrano a regime, si rinnova un appuntamento divenuto abituale nelle ultime edizioni dei corsi di jazz organizzati dall’Ente Musicale di Nuoro: per il quinto anno consecutivo la musica varca infatti i cancelli di Badu ‘e Carros. Protagonisti del concerto dedicato ai detenuti della casa circondariale nuorese, l’Orchestra Jazz della Sardegna con Paolo Fresu solista, alle prese con “Porgy and Bess”, l’opera di George Gershwin nella versione trascritta dal famoso disco del 1958 di Miles Davis con l’orchestra di Gil Evans: una pietra miliare nella storia del jazz, soprattutto di quello orchestrale.
Mai eseguita integralmente dopo quella straordinaria incisione, la suite venne rimessa in vita nel 1996 grazie a una collaborazione tra la “Sisma- Società Italiana per lo Studio della Musica Afro-americana” e Gunther Schuller. Il musicologo americano ed il suo collega italiano Marcello Piras concepirono infatti l’idea di trascrivere e far rieseguire l'opera, affidando a Paolo Fresu il ruolo che fu di Miles Davis. In mezzo a mille problemi, Porgy and Bess, fu presentata nel 1996 a Pescara e a Palermo. Due anni dopo, l’Orchestra Jazz della Sardegna studiò a lungo la partitura recuperata, e sempre con Fresu, la portò sul palco dell’undicesimo festival “Time in Jazz” di Berchidda. La suite venne poi registrata ricreando filologicamente le condizioni della seduta di incisione originale, per essere infine consegnata, nel 2001, alle tracce di un album distribuito da i cd de il manifesto. Tre anni fa, Porgy and Bess è stato riedito dalla neonata etichetta “Parco Della Musica”: il disco è anzi la prima pubblicazione del marchio discografico legato all’Auditorium Parco della Musica di Roma, una delle più riconosciute istituzioni culturali nazionali, dove l’Orchestra Jazz della Sardegna ha avuto modo di esibirsi.
Diretta da Giovanni Agostino Frassetto, e con Paolo Fresu tromba solista, la formazione di base a Sassari si presenta a Badu ‘e Carros con Aldo Nicolicchia e Caterina Solinas ai flauti, Paolo Carta Mantiglia e Teodoro Ruzzettu ai clarinetti, Dante Casu al clarinetto basso, Massimo Carboni al sax contralto, Raffaele Polcino, Francesco Lento, Luca Uras e Pietro Pilo alle trombe, Gavino Mele, Roberto Mura e Roberto Chelo ai corni, Salvatore Moraccini, Emiliano Desole e Guido Murgia ai tromboni, Maurizio Ligas al trombone basso, Tomaso Azara alla tuba, Alessandro Zolo al contrabbasso e Luca Piana alla batteria.
Porgy and Bess si replica in serata al Teatro Eliseo, nell’ambito della rassegna di concerti che accompagna anche quest'anno le giornate didattiche del Seminario jazz di Nuoro. Ma a salire per prima sul palco, alle ore 21, sarà la cantante Elisabetta Antonini (che affianca Maria Pia De Vito nella conduzione del corso di canto jazz e nel laboratorio vocale: la classe più affollata, anche quest'anno, del Seminario nuorese), con il suo progetto “Certi angoli segreti”. Accanto alla sua voce, il pianista Alessandro Gwis e il clarinettista-sassofonista Gabriele Coen, l'uno attivo nei ranghi degli Aires Tango, l'altro con i Kletzroym, due formazioni impegnate nella rivisitazione della musica popolare in chiave jazz. Voce, pianoforte e clarinetto, dunque: un organico essenziale ma dalla forte potenzialità espressiva, alle prese con brani e arrangiamenti di Elisabetta Antonini che esplorano ed evocano ambientazioni dall’atmosfera a volte rarefatta e malinconica, a volte ironica e spensierata, in cui echeggiano tanghi, ritmi popolari, tradizione europea, musica colta e antica, in una sorta di impressionismo sonoro capace di interpretare l’intensità di certi angoli segreti.
Nel frattempo, oggi pomeriggio, l’Auditorium della biblioteca “Sebastiano Satta” ospita una conferenza di Luca Bragalini, curatore del corso di storia del jazz al Seminario nuorese. A partire dalle 17:30, il musicologo rifletterà sul fascino che il “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare ha esercitato sul mondo della musica fin dal Rinascimento, coinvolgendo in epoche più recenti anche il jazz, il tango e Broadway.
Nella foto: Paolo Fresu
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