In Italia i chiropratici riconosciuti dall´European Council of Chiropratic Education sono meno di 300. A lanciare l´allarme è l´Associazione Italiana Chiropratici, in occasione della European Chiropractors Union Convention 2009, in corso all´Hotel Carlos V
ALGHERO - Sono più di 2 milioni gli italiani che si affidano alle cure chiropratiche, ma la stragrande maggioranza degli operatori nel settore sono abusivi. A lanciare l'allarme è l'Associazione Italiana Chiropratici (Aic), in occasione della European Chiropractors Union Convention 2009, in corso dal 21 al 23 maggio ad Alghero.
«In Italia i chiropratici riconosciuti dall'European Council of Chiropratic Education sono meno di 300, ma ci sono almeno 7mila abusivi che esercitano la professione senza averne le competenze», sottolinea il presidente dell'Aic, John Williams, che spiega che per diventare chiropratici occorrono 5 anni di studi. «Spesso i chiropratici abusivi che praticano in Italia hanno seguito unicamente dei corsi di poche centinaia di ore, che non sono riconosciuti da alcun organismo nazionale e internazionale. Non sono quindi in grado di fare alcun tipo di diagnosi in questo campo specifico».
Per trattare manualmente una colonna vertebrale, aggiunge Williams, occorre essere notevolmente preparati e, soprattutto, bisogna sapere quando il trattamento è indicato e quando non lo è, altrimenti si corrono gravi rischi per la salute. «Questa pericolosa anarchia che vige in Italia - aggiunge Williams - e' dovuta al fatto che non esiste ancora un profilo professionale per i chiropratici, nonostante l'articolo 335 della Finanziaria 2008 abbia già stabilito l'istituzione di un registro per "dottori in chiropratica", riconoscendo la chiropratica come professione sanitaria primaria».
«Negli ultimi 30 anni, in Europa, si e' assistito a un vero e proprio boom della medicina manuale. Solo in Italia il numero di chiropratici si e' centuplicato. Per questo - conclude Williams - c'e' l'urgente bisogno di una regolamentazione chiara, che controlli chi esercita la professione e tuteli i pazienti, che rischiano altrimenti di finire in mano a persone assolutamente impreparate».
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