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Red 30 maggio 2009
Asl: Sostegno ai tossicodipendenti
La Asl in associazione temporanea di scopo attiva quattro progetti nel settore dipendenze


ALGHERO - Si chiama Drop in e sarà un luogo di sosta, di “tregua” dalla strada per soggetti che a Sassari vivono in situazioni di grande marginalità o che per la strada trascorrono gran parte del proprio tempo, in condizioni di assoluta precarietà, come i tossicodipendenti. A questa struttura si affiancherà il servizio dell’Unità di strada che, già attiva sul territorio dell’Asl di Sassari dal 2004, si rivolgerà anch’essa a persone che vivono in condizioni di marginalità e ai soggetti che fanno uso di sostanze stupefacenti.

I due servizi, che entreranno in attività entro l’estate, sono stati presentati ieri, nella sede della direzione aziendale, ai rappresentanti della Caritas cittadina, della Questura sassarese, del Comune di Sassari e della Provincia. Drop in e Unità di strada sono inseriti all’interno del programma regionale di interventi nel settore delle dipendenze che comprende altri due progetti, educare sulla strada, che sarà realizzato nel distretto di Ozieri, e quello relativo ai progetti individuali di riabilitazione e inclusione sociale, che invece riguarderà i Serd dei tre distretti sanitari.

I quattro progetti per la loro realizzazione vedranno impegnati l’Azienda sanitaria locale in qualità di capofila di un’associazione temporanea di scopo, composta dal Consorzio delle cooperative Andalas de Amistade di Valledoria e l’Associazione Primavera onlus. Si tratta, per il Drop in e l’Unità di strada, di servizi a bassa soglia sociale e sanitaria che si rivolgono a persone che sostano a lungo per strada, sono portatori di domande e di bisogni difficili da decodificare e rappresentano il sommerso che mai accetterebbe di rivolgersi ad un servizio più strutturato, come il Serd.

«Gli effetti che derivano dall’uso di sostanze – ha detto il direttore generale dell’Asl di Sassari, Giovanni Battista Mele – hanno un forte impatto negativo, soprattutto in termini di mortalità. Inoltre si stanno diffondendo anche nuove forme di abuso. Sono ormai fenomeni diffusi che generano insicurezza all’interno della nostra società. Ecco allora che questi progetti finanziati dalla Regione, finalizzati al recupero e inserimento nella società di soggetti affetti da dipendenze, contribuiranno a raggiungere quelle fasce della popolazione maggiormente in difficoltà».

«Con il Drop in – ha detto la responsabile del Serd, Danila Grazzini – offriamo alle persone che vivono ai margini della società un posto di “tregua”, dove possano essere accolte e trovare ristoro». La struttura, che sorgerà in un quartiere della terza circoscrizione, inizialmente sarà aperta per tre ore una volta a settimana, per arrivare poi, anche in base alle esigenze che dovessero riscontrarsi, all’apertura per tre ore e tre giorni a settimana. Il Drop in offrirà la possibilità di una doccia, di lavanderia e stireria, la possibilità di rifocillarsi con una colazione. All’interno sarà presente anche un servizio di consulenza legale gratuito, quindi saranno offerte informazioni sanitarie e sociali e si potranno prevedere forme di collaborazione con il Comune di Sassari, attraverso al presenza degli assistenti sociali.

«Servizi essenziali – ha proseguito Grazzini – offerti con il supporto di educatori professionali e psicologi del Consorzio cooperative Andalas de Amistade, che potranno anche fare da tramite per l’invio ai servizi socio-sanitari dell’Asl». Ma non solo. All’interno del Drop in sarà prevista la presenza di operatori “pari”, cioè di utenti in trattamento al Serd che contribuiranno alla gestione di eventuali situazioni critiche che potrebbero verificarsi oltre che concorrere alla diffusione delle regole da rispettare nella struttura.

«Si tratta di un servizio sperimentale e del tutto nuovo per Sassari e per la nostra regione – ha detto Maddalena Guisu, referente per l’Area riabilitazione del Serd sassarese –che non deve essere visto come un servizio del Serd ma un servizio di tutti e condiviso da tutti». Sulla stessa linea anche la responsabile del Consorzio cooperative Andalas de Amistade, Iside Stefanini. «Questa è la prima forma di coprogettazione – ha detto – un progetto che risponde ai bisogni del territorio e che, insieme all’Unità di strada, consentirà di arrivare a soggetti che difficilmente sarebbero raggiungibili».

L’Unità di strada, che proseguirà la sua attività iniziata già nel 2004, con l’utilizzo di un camper stazionerà in alcune zone delle città e offrirà informazioni, consulenza sanitaria e distribuirà siringhe, ritirando anche quelle usate, e profilattici. Una sfida quindi che potrà funzionare con la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti: Comune, Provincia, mondo del volontariato, parrocchie cittadine, Caritas. «Si tratta di servizi che vengono in aiuto del territorio – ha affermato padre Francesco Soddu, responsabile della Caritas diocesana – anche perché offerti con competenze e metodologie che saranno di utilità per i soggetti interessati».

Servizi che sono anche espressione di coraggio e decisione da parte delle amministrazioni. «Si stanno realizzando, anche attraverso i Plus, progetti che permettono di affrontare problematiche per le quali prima non si aveva a disposizione strumenti – ha detto l’assessore provinciale ai Servizi sociali Laura Paoni – che devono essere valorizzati e potenziati per la loro alta funzione educativa». «Attività che – ha fatto notare l’assessore comunale ai Servizi sociali Cecilia Sechi – mostrano il legame anche con quelle svolte dall’amministrazione comunale sassarese».

«Anche le forze dell’ordine faranno la loro parte – ha detto Gian Mario Fois, medico capo della Polizia di Stato – nell’ambito dei loro compiti istituzionali di prevenzione, curando la presenza nel quartiere interessato dal Drop in, secondo le linee che individuerà il Questore». Sono quindi stati presentati il progetto educare sulla strada, che si realizzerà ad Ozieri e prevede interventi di prossimità per gli utenti giovani e giovanissimi che fanno uso di sostanze psicoattive, e il progetto di inclusione sociale per gli utenti già impegnati in un proficuo processo di cambiamento.

Nel primo caso due educatori avranno il compito di avvicinare i giovani consumatori di sostanze nei loro luoghi di aggregazione per acquisire una migliore conoscenza sulle caratteristiche del fenomeno e, nel contempo, favorire un atteggiamento più attento e critico verso le sostanze psicoattive e i comportamenti di dipendenza. Quindi gli operatori offriranno informazioni sui rischi per la salute correlati ai comportamenti di uso, abuso e dipendenza, e favoriranno l’accesso precoce alla rete dei servizi. Saranno coinvolti gli operatori del Serd che coordineranno gli educatori del Consorzio delle cooperative Andalas de Amistade e lavoreranno in rete con gli altri servizi territoriali.

Per quanto riguarda il progetto di inclusione sociale per gli utenti già impegnati in un proficuo processo di cambiamento il Serd proseguirà il percorso già attivato a favore di quei soggetti che hanno già avviato un percorso di cambiamento. Sono stati programmati così 17 progetti di integrazione sociale e lavorativa. In questo caso l’attività sarà coordinata dal Servizio di integrazione lavorativa, formazione e istruzione del Serd in collaborazione con le comunità terapeutiche del territorio, gli enti di formazione e le imprese. A fornire i tutor sarà il Consorzio delle cooperative Andalas de Amistade che seguirà gli utenti in un percorso programmato che avrà al durata di 418 ore.
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