A parere di Alghero Viva, da parte della giunta Tedde, si sta strumentalizzando in chiave politica un provvedimento amministrativo che si pone l’obiettivo di fare chiarezza nel caos urbanistico regionale, a seguito dell’annullamento da parte del TAR Sardegna di 13 P.T.P
Giampiero Galleri, portavoce di Alghero Viva, scrive in una nota stampa sul Decreto Soru, sul TAR e sul PUC, per fornire, come afferma lo stesso, un contributo alla verità.
«La venuta di Soru ad Alghero -afferma Galleri- per difendere e illustrare il suo decreto “salvacoste” non ha placato gli animi dei sindaci “costieri”. Anzi. Il sindaco di Olbia, toccato in primis dal decreto, ha subito organizzato la rivolta con un ricorso al TAR, seguito a ruota dal collega di Alghero, suo sodale in campo politico e territoriale.
I comunicati, sia a mezzo stampa che a mezzo tv locale da parte della giunta catalana, sono stati caratterizzati da una rigida censura nei confronti del decreto ormai noto come decreto “salvacoste” di Soru.
In particolare -continua Galleri- si afferma che, siccome nella fascia costiera di due km dal mare sono bloccate tutte le attività edilizie, questo comporta una gravissima perdita per la città, sia in termini economici che occupazionali, che vengono quantificati non si sa in base a quali criteri».
A parere di Alghero Viva «da parte della giunta Tedde, si sta strumentalizzando in chiave politica (vedi asse Nizzi - Tedde) un provvedimento amministrativo che si pone l’obiettivo di fare chiarezza nel caos urbanistico regionale, a seguito dell’annullamento da parte del TAR Sardegna di 13 P.T.P. (Piani Territoriali Paesistici)».
Il portavoce di Alghero Viva, Giampiero Galleri spiega che «per chiarire meglio i termini del problema è opportuno far riferimento alla legge n.45 della Regione Sardegna ”NORME PER L’USO E LA TUTELA DEL TERRITORIO REGIONALE”. (In recepimento : legge urbanistica dello stato n.1150 del 17 agosto 1942 e leggi Galasso n.431/85 e decreto Floris n.22/66 del 1983).
La legge 45 recita all’art.14 ”Procedimenti cautelari”:
“per comprovati motivi di urgenza, la Giunta Regionale può deliberare provvedimenti idonei ad inibire o a sospendere per un periodo non superiore a 3 mesi, trasformazioni di destinazione d’uso e costruzioni su aree pubbliche o private, anche se consentite dagli strumenti urbanistici vigenti….
Il Consiglio Regionale può aumentare il periodo di inibizione per altri 3 mesi “.
Il decreto Soru si è reso necessario –continua il portavoce di Alghero Viva- poiché l’annullamento dei 13 PTP ha provocato una situazione di precarietà nel sistema di governo del territorio della Sardegna e di incertezza nel quadro normativo in particolare nell’area costiera regionale.
La stessa legge, all’ art.12 ”Norme di salvaguardia” recita:
“nei territori compresi entro una fascia di 2 km dal mare, fino all’approvazione di PTP e per un periodo non superiore ai trenta mesi, è vietato realizzare opere nuove soggette a concessione edilizia, ad autorizzazione, nonché ogni nuova modificazione dell’assetto del territorio con esclusione delle opere ricadenti nelle zone classificate come A B C D”.
Identico intervento era stato già adottato nel 1998 con delibera 50/4 dalla Giunta regionale, a seguito di annullamento da parte del Capo dello Stato dei PTP n. 2-3-4-5 (il 5 riguarda la Sardegna nord-occidentale, territorio di Alghero), senza che questo suscitasse reazioni tanto esasperate.
Questi i dati legislativi pregressi che sono alla base del decreto della giunta Soru».
Giampiero Galleri continua descrivendo ciò che il decreto Soru consente e non consente nei territori costieri compresi in una fascia della profondità di 2000 mt. dalla linea di battigia marina. Prima elenca ciò che il decreto non consente, ovvero: 1 - Cambio di destinazione d’uso; 2- Edificazione nelle aree pubbliche o private ricadenti nelle zone urbane ed extraurbane come di seguito elencate:
C - classificazione di piano regolatore (area di espansione residenziale); D - classificazione di piano regolatore (aree industriali, artigianali e commerciali); E - classificazione di piano regolatore (aree agricole); F - classificazione di piano regolatore (aree turistiche); G - classificazione di piano regolatore (aree servizi generali); H - classificazione di piano regolatore (aree di salvaguardia, interessanti i seguenti ambiti territoriali: zone umide, fiumi e sponde di laghi per una profondità
di 300 mt. e altre aree già regolamentate in maniera specifica).
Poi continua descrivendo ciò che il decreto consente, ovvero: Tutte le tipologie di interventi ricadenti nelle zone: A) Centro storico artistico o di particolare pregio ambientale; B) Completamento residenziale. E ancora interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, di consolidamento statico, di ristrutturazione e restauro conservativo che non alterino lo stato dei luoghi, il profilo esteriore e la volumetria degli edifici; esercizio delle attività agro – silvo - pastorali che non alterino lo stato dei luoghi e che non prevedano costruzioni edilizie residenziali; interventi di pubblica utilità; interventi ricadenti nei PUC approvati precedentemente al decreto Soru; interventi in corso di esecuzione; interventi già concessionari; lottizzazioni già convenzionate.
«Si può anche non essere d’accordo sul decreto della Giunta Soru -aggiunge Galleri- ma con argomentazioni meno pretestuose di quelle finora lette e ascoltate, capaci addirittura di quantificare in termini numerici precisi l’eventuale, o data per certa, perdita economica del territorio algherese.
Ci pare di poter dire che questa situazione all’interno della quale il Sindaco Tedde appare quotidianamente come l’unico difensore dei reali interessi della nostra comunità nei confronti di Renato Soru che viene considerato il nemico dello sviluppo territoriale, ha un vizio d’origine molto importante e che viene sottaciuto all’opinione pubblica.
Il vizio d’origine è rappresentato dalla mancata presentazione del P.U.C. alla discussione e quindi approvazione da parte del Consiglio Comunale (vero Assessore all’Urbanistica ?).
Il vizio d’origine è rappresentato anche dalle pompose dichiarazioni elettorali del Sindaco Tedde che aveva promesso di risolvere l’annoso problema del P.U.C. Algherese entro i primi sei mesi dell’insediamento della sua Giunta.
Altro vizio d’origine, ci consenta Sig. Sindaco, è rappresentato dall’ormai famoso ricorso al TAR, presentato come una crociata a salvaguardia degli interessi cittadini».
Galleri conclude domandando se la decisione di adire al TAR per quanto riguarda contenziosi in materia di urbanistica competa al Sindaco o al Consiglio Comunale.
«Appare evidente a questo punto -conclude Giampiero Galleri- che se il Comune di Alghero si fosse dotato per tempo (e perché non lo ha fatto?) del Piano Urbanistico Comunale non sarebbe stato toccato dal provvedimento regionale.
Il provvedimento della Giunta Soru a parere di Alghero Viva, da sempre impegnata nella lotta contro la speculazione edilizia e salvaguardia del territorio, si è reso assolutamente necessario, pur essendo perfettibile di quale miglioramento sopratutto perché senza una regolamentazione certa si corre il rischio di cementificare oltre il limite del lecito una delle reali risorse della nostra isola, le coste, come autorevolmente confermato dall’ inchiesta a firma di Piero Mannironi apparsa sulla Nuova Sardegna di mercoledì 29 settembre 2004 alle pagine 8 e 9».
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