Se sono vere le cifre presentate per contestare il “decreto salvacoste” significa che il governo cittadino ha messo in atto un vero e proprio assalto edilizio dentro le fasce costiere
Dopo la strigliata del Sindaco di Alghero agli alleati di coalizione, rei di non aver affrontato con la giusta opposizione la emananda legge in materia di tutela delle coste della Sardegna, definita un «disastro economico … da addebitarsi solo ed esclusivamente al Presidente Soru ed alla sua maggioranza», a intervenire è l’ex Segretario cittadino DS, il Cristiano Sociale Antonio Mura.
«L´agitarsi affannoso della maggioranza di centro-destra, guidata dal Sindaco Marco Tedde, contro il “decreto salvacoste" non mi pare un comportamento meditato, soprattutto se vogliamo salvaguardare gli interessi legati all´ulteriore sviluppo turistico della nostra cittadina … bisogna uscire dagli stereotipi di una certa retorica, appunto quella del centro-destra, per entrare invece nel merito delle cose, e dire una volta per tutte che il turismo, in Sardegna, non si fa saccheggiando l´ambiente, soprattutto quello di pregio»
Il centro-destra parla di danni economici e di perdite di posti di lavoro.
«Bisognerebbe spiegare agli algheresi -afferma l’ex Segretario- perché quando il “decreto salvacoste” non c´era, già Alghero era una delle cittadine sarde con il più alto tasso di disoccupazione».
Oggi si parla di imprenditori che vanno via dalla Sardegna, perché in mancanza di certezze preferiscono dirottare i loro investimenti altrove.
«Chiediamoci allora -continua Mura- se questi sono imprenditori veri o solo speculatori, e se il futuro del turismo in Sardegna è nel trasformare la nostra isola in un paradiso artificiale delle ferie o nel preservare la sua identità culturale e i suoi beni paesaggistici, delle coste e dell´interno».
Il centro-destra parla di uno stop allo sviluppo turistico del territorio, con tutto ciò che ne consegue.
«Bisognerebbe mettersi d´accordo -secondo Antonio Mura- su qual è il migliore investimento sul territorio, guardando non ai magri guadagni di oggi (basta chiedere ai ristoratori o agli albergatori, al di là delle statistiche) ma cosa significa preservare il territorio pensando al turismo di domani. Stupisce che il centro-destra non riesca a percepire quale modello di turismo sta andando in crisi e quale, invece, è in progressiva crescita. Il "decreto salvacoste", nella sua filosofia, è il nuovo che vuole una volta per tutte fare fuori il vecchio. Non è contro il turismo e contro i suoi ricavi: è contro un modello di turismo che è in crisi, incapace di far fronte alla concorrenza di altri paesi del mediterraneo e no; è contro il turismo del cemento, il più invadente e quello meno produttivo, soprattutto nel lungo periodo».
In ultimo l’ex Segretario DS fa riferimento all’esempio portato solitamente dalla maggioranza, ovvero un territorio di Alghero che è stato sempre tutelato, soprattutto, se si parla di quello costiero.
«A parte il fatto che questo è vero solo in parte, rimane da chiarire che i meriti delle tutele vanno attribuiti alle giunte comunali che hanno preceduto quella attuale di Marco Tedde. Se poi sono vere le cifre presentate per contestare il “decreto salvacoste” in relazione alle perdite economiche allora c´è davvero da preoccuparsi, perché significa che il governo cittadino di centro-destra ha messo in atto un vero e proprio assalto edilizio dentro le fasce costiere oggi poste sotto protezione. Una specie di "Olbia due" alla catalana. Per dirla tutta -conclude Mura- bisogna sottolineare che il “decreto salvacoste” era quasi un atto dovuto, anche a causa di quei Comuni, come Alghero, incapaci di darsi un PUC, quindi di programmare lo sviluppo del proprio territorio».
Nella foto la rada di Porto Conte
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