Le ruspe hanno iniziato la demolizione della struttura insita nell´area Giordo, ma resta ancora il dilemma riguardante l´inalienabilità dell´intera zona dal patrimonio del Comune. Le indagini della Procura della Repubblica forse faranno luce sull´intera vicenda
Senza perdere tempo, ma con una puntualità svizzera, l’impresa edile Sofingi ha dato il via alla demolizione della palestra Giordo. Nella mattina di lunedì 13 gennaio i primi colpi di ruspa hanno decretato la fine della struttura, ormai abbandonata dai giovani studenti del Liceo Classico "G. Manno" che l’avevano occupata per quasi un mese. Una protesta coraggiosa e sostenuta anche da una parte dell’opposizione in consiglio comunale, ma che niente ha potuto di fronte alla decisione del Tribunale della Libertà di Sassari. Dissequestrato il cantiere, gli operai sono ritornati al lavoro, portando avanti quel progetto di riqualificazione urbanistica così tanto osteggiato da una parte rilevante della città, ma reso possibile dalle decisioni politiche partorite dalla precedente giunta Baldino e protette dall´amministrazione Tedde. La vicenda giudiziaria dell’area ex Giordo non è comunque conclusa, poichè resta ancora in sospeso un particolare di importanza fondamentale, e cioè che l’intera area, eccetto quella su cui insiste il fabbricato dell´ex Centro Forme, appartiene al patrimonio indisponibile dell´Ente, cioè non può essere ceduta a privati.
Per tale motivo, nelle prime settimane di novembre 2002, i consiglieri dell’opposizione Carlo Sechi, Pino Tilocca, Claudio Montalto, Piera Fancellu, Vittorio Curedda, Gianni Cherchi e Leonardo Polo presentarono formale denuncia al Procuratore della Repubblica di Sassari, proprio per fare chiarezza sulla regime giuridico dell´area. Perplessità di carattere tecnico-amministrativo che non furono dissipate dall’auspicata richiesta, formulata in consiglio comunale, di istituire una commissione d’inchiesta che sciogliesse ogni ragionevole dubbio sull’intero progetto.
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