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Red 29 marzo 2011
«Grave approvare Puc con debole maggioranza»
«Utilizzando magari il voto di qualche consigliere sul quale potrebbe, poi, calare il sospetto di una convinzione tardiva». Così Vittorio Curedda e Angelo Piras


ALGHERO - «E’ strano che il dibattito sul Puc sia scivolato in questi ultimi mesi su contrapposizioni che appaiono sterili e non capaci di estrarre, dai contenuti della proposta di Piano, quegli elementi di valutazione economica, sociale e di progetto di sviluppo che, nel tempo si sono radicati nelle aspettative della nostra comunità cittadina.
Eppure, a chi ascolti anche l’ultimo dei cittadini, non può sfuggire che il Puc rappresenti quasi l’araba fenice, la panacea di tutti i mali o, almeno, una speranza sulla quale riporre i propri sogni di un benessere diffuso, non condensato nella speculazione e capace di dare ai nostri ragazzi un’ipotesi concreta all’alternativa dell’emigrazione».

Così si inseriscono nel dibattito sul Puc i consiglieri comunali Vittorio Curedda e Angelo Piras. «A fronte di queste aspettative, che rappresentano una grande responsabilità politica della classe dirigente della nostra Città, anche il più debole tentativo di esporre una nota critica od un pensiero diverso da quello dominante, viene tacciato e, a volte, ingiuriato: non è certo questo approccio che auspicavamo di arrivare ad una discussione serena ed il più possibile condivisa sul Piano urbanistico comunale».

«Forse è anche vero che gli elementi discordi, le riflessioni o le critiche introdotte ad un Piano di cui, legittimamente, l’Amministrazione intravvedeva un’ipotesi risolutiva senza intralci, sono stati posti stando più nei fortini dei propri partiti che aprendo un adeguato confronto con le rappresentanze sociali ed economiche della nostra comunità; ma è anche vero che le legittime proposte di modifica e di confronto sul Tema devono essere responsabilmente ascoltate e valutate da chi ha il peso della guida dell’amministrazione pubblica».

«Nelle rare volte in cui, nelle sedute di Consiglio Comunale, è stato possibile accennare al percorso di approvazione del Puc - sottolineano i due consiglieri di opposizione - abbiamo sempre auspicato che la composizione definitiva dello strumento urbanistico fosse determinata da un’ampia discussione e dalla condivisione di un percorso di crescita sociale, nella quale il sistema economico su cui si è sostenuta la nostra comunità, potesse trovare un opportuno e ponderato equilibrio indirizzato a rafforzare ulteriormente il carattere naturale della città di Alghero: il turismo».

Speriamo e crediamo che ci sia dato tempo per esporre, pubblicamente e nell’aula consiliare, le nostre valutazioni ed i suggerimenti in ordine alla proposta di Piano, sottolineano Curedda e Piras, «ci sono sicuramente alcuni elementi che devono essere ulteriormente stimati». «La drastica riduzione delle cubature nelle zone B, che rende economicamente non sostenibile l’inserimento nel tessuto cittadino di strutture di ricezione a rotazione d’uso e la riqualificazione del costruito; le zone destinate a servizi difficilmente accessibili dai cittadini ed alle iniziative imprenditoriali del terziario; ed altri elementi su cui si potrà esplicare una discussione che, a nostro avviso, il Consiglio Comunale non dovrà, dall’alto del suo ruolo, considerare subordinata a quanto, nel frattempo, si è consumato in altri contesti non propri, né pertinenti, alla responsabilità politica che è, unicamente, in capo ad esso».

«Siamo certi che il Sindaco, che ha la responsabilità di proporre al Consiglio Comunale il Puc, non pretenderà che esso sia il Verbo indefettibile e che saprà cogliere le proposte e gli elementi che tendono a rendere il più equilibrato possibile lo strumento che dovrà disegnare lo sviluppo della nostra Città. La moderazione e l’equilibrio, infatti, non possono essere marginali nella valutazione del Piano e neppure riteniamo possa essere ulteriormente gravata dagli elementi di debolezza di cui la maggioranza ha dato segno in questi ultimi mesi».

«Sarebbe, infatti, un errore gravissimo determinare, consapevolmente, l’approvazione del Puc con una debole maggioranza di voti consiliari - concludono Curedda e Piras - utilizzando magari il voto di qualche consigliere sul quale potrebbe, poi, calare il sospetto di una convinzione tardiva. E’ certamente meglio, e politicamente più significativo, assegnare al voto di approvazione del Puc un valore più ampio che contenga il merito di un’equilibrata valutazione politica ed il pregio della condivisione di quelle scelte che saranno capaci di essere lo strumento di sviluppo economico e sociale della nostra comunità».
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