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Stefano Idili 19 febbraio 2005
Soru ad Alghero, successo per il dibattito organizzato dal centrosinistra
L’argomento in discussione era l’ormai famosa “legge salvacoste” e le ricadute economiche ambientali sul territorio sardo


ALGHERO – Infuocato dibattito ieri sera al Miramare. Centinaia di persone hanno affollato la sala del cinema cittadino e hanno seguito con attenzione le oltre tre ore di animata discussione. Presente il presidente della Regione Renato Soru. L’argomento era l’ormai famosa “legge salvacoste” e le ricadute economiche ambientali sul territorio sardo. Ciò che con questa legge regionale si vuol fare, annuncia in apertura il consigliere regionale di Progetto Sardegna Mario Bruno, è mettere uno stop al far-west della situazione di tutela paesaggistica. Il primo a prendere la parola, dopo l’intervento del moderatore della serata, on. Francesco Carboni, è il capogruppo di Progetto Sardegna Chicco Porcu, il quale espone ai presenti i punti salienti del provvedimento. Poi è il turno di Vittorio Curedda che, in rappresentanza dei partiti e movimenti di centro-sinistra organizzatori dell’evento, sottolinea, leggendo un documento di apertura ai lavori, che «la nuova progettualita’ dovrà scaturire dal nuovo piano urbanistico comunale e che, nonostante siano passati oltre dieci anni dall’incarico per la sua redazione, e’ ancora indefinita. Non vorremmo che lo strumento che la maggioranza di centro destra proporra’, apra le porte a operazioni immobiliari-speculative che possano interessare anche le aree protette del parco di porto conte». A seguire prendono la parola i leaders dell’Unione locale: Gianni Cerchi, consigliere comunale dell’Udeur chiede sostegno alla Regione per le battaglie locali, ma è Claudio Montalto a infiammare la folla con un’arringa al vetriolo. «Abbiamo invitato l’amministrazione ma non è presente nessuno di loro, una grave assenza ingiustificata». Montalto continua poi affrontando l’argomento della legge regionale affermando che «quello che noi vogliamo è uno sviluppo con le regole, ma sappiamo che governare senza regole permette di costruire senza controllo, come stava per accadere nella costa gallurese. Anche ad Alghero non c’è alcun controllo, ne sono esempio il porto, l’edilizia, ma soprattutto la vergognosa ex area giordo. Non è possibile che il centro della città sia ancora in ostaggio. Il sindaco lavora notte e giorno per il Puc, ma queste linee guida non le ha ancora viste nessuno. Sappiamo che le ha consegnate solo ai capigruppo di maggioranza. Questo è un comportamento presuntuoso che non aiuta a risolvere i problemi che affliggono la città». Dopo l’acclamato intervento del consigliere cittadino dei Ds prende la parola il Sindico di Villanova, che, tra i fischi, difende le prerogative del suo paese al fine di poter costruire anche nelle intonse coste limitrofe.
Prende poi la parola il parlamentare dei Verdi Marco Lion il quale difende a spada tratta la politica di tutela ambientale della Regione e illustra ai presenti un provvedimento in discussione alla camera, “Governo del Territorio”, definito rito ambrosiano dell’urbanistica, che, sostiene il leader dei Verdi, se dovesse entrare in vigore andrebbe ad intaccare tutte le leggi di tutela del paesaggio e di urbanistica.
Ma al Miramare qualcuno non è d’accordo con queste posizioni e a interpretare la voce contraria è l’imprenditore algherese Roberto Salaris che dal palco chiede con fervore ai leaders presenti di smettere di chiacchierare inutilmente, invitandoli invece a spiegare alla platea quelle che saranno le linee guida di tutela che riguarderanno il territorio algherese. E’ poi Luciano Deriu, portavoce di Legambiente, a riportare il dibattito sui problemi strettamente connessi ai danni ambientali a cui Alghero è scampata nel corso dei decenni, grazie alla tipicità caratteriale dell’algherese simile al “cane dell’ortolano che non mangia e non lascia mangiare”, ma soprattutto, come sottolinea subito dopo l’ex leader socialista prof. Alfonsino Ibba, grazie l’accortezza di alcuni lungimiranti amministratori cittadini. Infatti lo stesso Ibba ricorda la bocciatura del progetto Baroudi che, a suo dire, intendeva coprire le coste cittadine di cemento.
A chiusura degli interventi del centro-sinistra locale prende la parola l’ex sindaco e consigliere di Alghero Viva Carlo Sechi. «Non c’è futuro se non si lega allo sviluppo del territorio la lingua, l’identità,la storia e le tradizioni che hanno forgiato una città. Oggi i cittadini della città catalana pagano le scelte scellerate delle amministrazioni Baldino e Tedde che hanno abbattuto scuole e palestre per costruire palazzine e centri commerciali».
Infine, ad anticipare l’atteso intervento di Renato Soru è salito sul palco l’assessore all’urbanistica Gian Valerio Sanna il quale esordisce chiarendo subito che legge a cui la giunta regionale sta lavorando non è un fine ma un mezzo per arrivare alla regolamentazione urbanistica che riguarda sia le coste che l’entroterra. «Ma è anche un provvedimento – continua Sanna – che serve ad indicare una via alternativa di sviluppo eco-compatibile e a riportare a governo il territorio, a ripristinare la legalità dove la Regione si riappropri dei propri diretti e doveri. Riteniamo di assicurare che la provvisorietà di questo provvedimento sarà mantenuta nei tempi stabiliti». A conclusione del suo interveto, Sanna illustra l’importante progetto che vede la Regione destinare oltre 200 milioni di euro per i centri storici.
Arriva in chiusura dell’incontro, dopo circa tre ore di acceso dibattito, l’intervento del Presidente della Regione Sardegna Renato Soru, che tra gli applausi afferma: «Come avevamo promesso in campagna elettorale ci siamo occupati subito di una legge che tutelasse a 360 gradi l’ambiente della nostra isola». E dopo un momento in cui Soru, con parole che sembravano estratte dal Cantico delle Creature di San Francesco, ha esaltato la forza del creato che non è composta solo di uomini ma anche da tutto ciò che è intorno all’uomo, continua affermando che «le peculiarità della nostra isola devono essere esaltate per costruire una nostra via di unicità che garantisca un posizionamento del “marchio” Sardegna rispetto alla spietata concorrenza turistica. Non possiamo metterci a inseguire chi basa tutto sui costi senza offrire nient’altro; noi possiamo offrire una storia, delle tradizioni, una lingua, anzi più lingue. Nel mercato globale ci sono realtà dove il lavoro non ha le stesse nostre garanzie e il costo dello stesso è, conseguentemente, molto inferiore. Ma la domanda turistica sta cambiando, la gente oggi non cerca solo spiagge, ombrelloni e posti asettici, ma quelle straordinarie peculiarità che noi, invece, ancora oggi in Sardegna possiamo offrire. Non è importante la quantità ma la qualità dell’offerta turistica che sia in grado di valorizzare e integrare i nostri giovani. L’unico modo per diventare ricchi è la conoscenza. La Sardegna ha bisogno di più diplomati, più laurati ma soprattutto meno metri cubi».
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