«L’eliminazione nei piani urbanistici comunali degli standard urbanistici, in essi contenuti, rischia di portare ad un quadro indistinto di tutto ciò che riguarda in generale l’edificazione, «dove si può fare tutto e il contrario di tutto»
ALGHERO - La conferenza–dibattito del 18 febbraio, incentrata sul decreto Salvacoste, ha ospitato anche l’intervento di Marco Lion, parlamentare dei Verdi, che ha preso la parola per segnalare la totale solidarietà con la scelta della giunta Soru, di procedere a livello legislativo per la tutela ambientale della regione. «Dallo scontro delicato nato tra lo Stato e la Regione Sardegna capiremo il futuro della gestione urbanistica nell’intera nazione» ha esordito Lion, spiegando che in questi giorni è in discussione una legge nominata “Governo del Territorio”, il cui primo firmatario è Bossi e che interviene a livello nazionale su regole dell’urbanistica, che invece sono proprie delle regioni.
Lion ha poi spiegato che l’eliminazione nei piani urbanistici comunali degli standard urbanistici, in essi contenuti, rischia di portare ad un quadro indistinto di tutto ciò che riguarda in generale l’edificazione, «dove si può fare tutto e il contrario di tutto». Con questa legge, così Lion, viene sancita «l’urbanistica contrattata, che porta al sacco delle città». In questo modo, come segnala il deputato dei Verdi, «non saranno più consigli comunali o regionali a definire la pianificazione urbanistica, ma i privati, gli speculatori edilizi, che si confronteranno con sindaco e pubbliche amministrazioni». In questa maniera si presenterebbe una situazione difficilmente controllabile, perché le amministrazioni comunali verrebbero in parte esautorate per quanto riguarda l’esclusiva decisionale, propria dell’assemblea che rappresenta i cittadini. Per assurdo potrebbero essere realizzate così delle costruzioni all’interno, per esempio, di aree naturali riservate.
«Abbiamo assistito ad una deregulation amministrativa, che in quattro anni ha fatto perdere molte delle certezze di diritto» così Lion, che ha proseguito sottolineando che è forte la sensazione che non vi sia più uguaglianza tra i cittadini, ma che «c’è chi è più uguale e si fa le leggi ad personam».
Il discorso è giunto poi alla questione sulla “nuova” classificazione dei rifiuti ferrosi, non più ritenuti tali in base alla legge sulla “Delega ambientale”, passata nonostante la condanna dell’UE, quindi riutilizzati, in una circolazione continua, per la crescente esigenza di acciaio, di materiale ferroso, anche radioattivo, importato nella nostra Nazione.
Il parlamentare del Sole che ride ha concluso il suo discorso facendo riferimento alla delicata questione sullo stoccaggio delle scorie. Lion ha segnalato che la “Legge Scanzano” sul deposito delle scorie nucleari, prevedeva il concorso tra stato, regioni e commissione scientifica per l’individuazione del sito per tale deposito e stabiliva anche la scadenza entro la quale questo luogo doveva essere individuato. Il termine è scaduto lo scorso 9 gennaio e da quella data in poi, secondo la legge, sarà direttamente il presiedente del consiglio a decidere dove andranno le scorie. Ed è necessario ricordare, come già segnalato nelle pagine di Alguer.it, che questi rifiuti radioattivi non saranno depositati all’estero, ma vi andranno solo per essere processati (per trarne la radioattività ancora utilizzabile) e tornare poi, come ha ribadito con forza Marco Lion, con la stessa carica radioattiva e solo con le dimensioni ridotte, per il definitivo deposito in Italia.
Il deputato ha quindi concluso ponendo l’accento sul fatto che «la battaglia contro le scorie è stata vinta in Sardegna grazie alla capacità del Governo Soru di fare scelte amministrative per la tutela dell’ambiente; è necessario ora vincere la battaglia per una maggiore incisività a livello legislativo, anche nel resto d’Italia».
Nella foto: Marco Lion
Commenti