«Il Rugby come scuola di vita». Parla l’allenatore argentino dell’Amatori Alghero
ALGHERO - Gioca a rugby da quando aveva sei anni. Ramiro Cassina non ha dubbi: «Non è solo uno sport, è una scuola di vita». L’allenatore-giocatore dell’Amatori rugby Alghero presenta la gara interna di domenica prossima contro i Cavalieri Prato e commenta le sconfitte della nazionale italiana nel torneo delle Sei Nazioni.
Domenica al “Maria Pia” arriva il Cavalieri Prato. Ci sarà il sorpasso e quindi il quarto posto in classifica?
«Noi ci stiamo preparando come meglio possiamo. Rientreranno tutti gli infortunati e potrò quindi disporre della squadra al completo. Scendiamo in campo per fare una buona prestazione, ma soprattutto vogliamo riscattare la sconfitta dell’andata».
Attualmente siete nella parte alta della classifica. Il secondo posto e la possibilità di disputare lo spareggio promozione sono troppo lontani?
«Abbiamo iniziato la stagione con l’obiettivo di salvarci. Mancano sette giornate alla conclusione del campionato e possiamo dire di averlo raggiunto senza problemi. Non bisogna sottovalutare l’andamento della squadra. L’organico non è quello della scorsa stagione, abbiamo perso dei giocatori importanti. Quest’anno scendiamo in campo anche con ragazzi che hanno giocato solo in serie C, eppure continuiamo ad essere competitivi. Il nostro traguardo è migliorare il nostro gioco ma allo stesso tempo vogliamo divertirci e trovare lo spazio per i più giovani ».
Domenica si ferma il torneo delle Sei Nazioni, come giudica le prime partite dell’Italia?
«Evitare il cucchiaio di legno sarà difficile. Gli ultimi due incontri, contro Inghilterra e Francia, sono i più difficili. È un peccato, tre sconfitte causate esclusivamente da episodi sfortunati e questo incide negativamente soprattutto sul morale. Comunque l’ingresso dell’Italia nel torneo non è affatto casuale. Prima gli avversari ci affrontavano con presunzione, ora invece prima di giocare contro gli azzurri studiano e preparano la partita con attenzione».
Rugby, sport di passione e valori eppure stenta a decollare soprattutto tra i più giovani.
«È un fenomeno che si ripete da sempre. Purtroppo oggi i giovani hanno molte alternative. E poi il mito del calcio in alcune realtà rimane inattaccabile. Nel rugby il problema dei vivai è molto importante. Ad Alghero ci sono un centinaio di ragazzi ma potrebbero essere molti di più. Penso che la strada giusta sia quella di portare lo sport direttamente nelle scuole. Far conoscere lo sport è fondamentale anche perché chi prova a giocare a rugby difficilmente poi smette».
Nella foto: il Terra Sarda Alghero
Commenti