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Sara Alivesi 4 settembre 2012
L'idea: Patente a punti per la movida
La notizia rilanciata sulla prima pagina di Repubblica. Tutto il mondo è paese, si tratti della Riviera del Corallo come di Roma o Firenze. Dopo le liberalizzazioni degli orari l´equilibrio tra movida e diritto al riposo è l´obiettivo di molte città italiane che si stanno organizzando con nuove strategie


ALGHERO - Movida, decibel e riposo sono le parole chiave del dibattito che da qualche tempo (in realtà anni) coinvolge la politica, i gestori dei pubblici esercizi e la cittadinanza di Alghero. In realtà, il problema riguarda molti comuni italiani, ancor più dopo il decreto sulle liberalizzazioni degli orari di chiusura approvato dal Governo. Da gennaio tutte le attività - dai locali ai supermercati - possono decidere quando alzare e abbassare la serranda senza le passate limitazioni. Ma restano le difficoltà delle amministrazioni di tutelare le diverse esigenze tra chi gestisce un pub o una locale notturno e chi ha una casa poco distante e ha diritto al sonno. Tutto il mondo è paese, si tratti della Riviera del Corallo come di Roma o Firenze, dove i sindaci si stanno organizzando con una nuova strategia: la patente a punti.

Per ora ad Alghero ha prevalso la deregulation completa, con decibel sparati all'impazzata in ogni angolo di piazza e anfratto del centro storico. Tanto che a lamentarsi ci hanno provato un po tutti: dagli albergatori agli stessi titolari di locali pubblici e musicisti. Fino ad arrivare ai cittadini, bombardati dal rumore di casse e amplificatori posizionati all'aria aperta fino a tarda notte, senza alcun rispetto per chi, dentro la propria abitazione, cerca solo il riposo. Molti primi cittadini così stanno adottando politiche mirate che potrebbero essere viste di buon occhio anche ad Alghero.

Ecco come funziona: ciascun locale ha una dotazione di 20 punti che perde o guadagna a seconda di come si comporta. Rispettare il silenzio e la pulizia all'esterno, così come la distribuzione di alcolici oltre un certo orario: restano le priorità del progetto che sta coinvolgendo un numero sempre più grande di città. Chi trasgredisce paga con multe e chiusure; chi ha un atteggiamento virtuoso riceve dei benefit, dagli sgravi a permessi più generosi. Qualche gestore storce il naso perchè a rimetterci è sempre l'imprenditore e non il singolo, che magari trasgredisce nei pressi del locale ma in piena autonomia. Tutto è migliorabile, ma la strada sembra segnata: più coordinazione tra le parti coinvolte e non più delibere su delibere che rischiano solo di confondere e non risolvere i problemi.
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