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C.S. 23 luglio 2013
Scoppia la guerra dei tavolini al porto
Gli avvocati affilano le armi per quella che si configura come una vera e propria battaglia per la conquista del suolo pubblico. Ad Alghero parlano i diretti interessati. Molte le concessioni facili nell'ultimo periodo in diverse zone della città


ALGHERO - Non ci sta proprio a passare per “usurpatore” di suolo pubblico a tradimento Stefano Delrio titolare, insieme alla moglie, della paninoteca-pizzeria “San Ramon”: «Ho speso 15 mila euro per far realizzare un gazebo di soli 34 metri quadrati anziché dei 44 autorizzati dal Comune» dichiara mentre esibisce i documenti. Autorizzato sino a tutto il 2015, “salvo diritti di terzi”. Carta canta, ma la situazione paradossale resta. Un bel pasticcio all'italiana in salsa catalana. Siamo ad Alghero, all'inizio di via Garibaldi, o meglio sulla piazza accanto al lungomare appena ribattezzato “Passeggiata Barcellona”. Si affollano bar, ristoranti, paninoteche con una conseguente distesa di sedie e tavolini sul suolo pubblico senza soluzione di continuità dove non è facile distinguere a quale ristorante appartengono e da quale cucina vengono preparati i pasti da servire agli avventori.

Unica cesura, per ora, lo spazio parzialmente libero davanti alla farmacia. Il rompicapo comincia da qui: ristoranti che hanno un locale adibito a sola cucina, mentre la somministrazione è svolta sul suolo pubblico. Questo è il peccato originale di questa piazza ribattezzata dai critici “pollaio della ristorazione”. Ma al di là delle facili battute i problemi sono diversi, a cominciare dalla sopravvivenza delle stesse attività commerciali che si affollano con conseguente problema di suddivisione del suolo pubblico. Infatti, Stefano Delrio ha ottenuto l’autorizzazione per installare il gazebo del proprio ristorante in proiezione di un altro locale prima chiuso, ora divenuto anch’esso ristorante. E la rispettiva proiezione della paninoteca di Delrio che fine ha fatto? E’ occupata da un altro ristorante ancora. Un rompicapo per gli uffici comunali che dovranno sbrogliare la matassa.

La regola attribuisce, in proiezione all’ingresso, il 40% di suolo pubblico riferita alla superficie coperta dell’attività. Ma la matematica è pura opinione. Il costo annuo da pagare al Comune è meno di 40 € al metro quadro all’anno: un’inezia che invoglia, in assenza di locale coperto, ad affittare molto suolo pubblico. Questa situazione rischia di rappresentare un rischio concreto di concorrenza sleale nei confronti dei gestori di attività commerciali che devono sostenere un affitto di un locale all’interno del quale esercitano. Massimo Cadeddu di Confcommercio afferma che «la concessione del suolo pubblico, con il proliferare di attività commerciali, soprattutto su piazze e slarghi, sta creando problemi per la stessa fruibilità da parte dei cittadini e la stessa sostenibilità economica delle attività commerciali».

Ed è il caso di questa piazza sulla quale inizialmente c’era solo la nota focacceria “il Milese”, poi le attività sono moltiplicate. E tutte rivendicano suolo pubblico per sedie e tavolini ed, al contempo, vengono eliminate le panchine pubbliche. Sonya Fiori, proprietaria insieme al marito della focacceria, sostiene che c’è spazio per tutti e alla fine sopravviveranno quelle attività che avranno maggiore gradimento, con o senza tavoli all’aperto. «Quando ha aperto il bar accanto alla nostra attività – afferma – abbiamo dovuto arretrare il nostro gazebo. L’aumento delle attività non ci crea nessun problema, anzi, questa piazza è diventata un polo della ristorazione».

Ma è veramente così? O la torta - per utilizzare una metafora culinaria – che si deve dividere fra troppi rischia di far fare la fame a tutti? Insomma si corre il rischio di un secondo paradosso: la bulimia dell’offerta rischia di lasciare affamati alcuni gestori? E’ probabile che tale alta concentrazione di attività possa costringere alcune di esse alla sola apertura stagionale. Poi tutti a casa a percepire la disoccupazione a carico dell’Inps? Si vedrà alla fine dell’estate. «Il piano del commercio del 2007 deve essere aggiornato - conclude Massimo Cadeddu di Confcommercio – deve prevedere qualche forma di tutela delle attività che offrono il servizio tutto l’anno. La regola proporzionale tra spazio chiuso e suolo pubblico deve essere rispettata come ha sempre sostenuto la nostra associazione». Quale epilogo potrà avere questo pasticcio di via Garibaldi? Per ora bocche cucite a Sant’Anna. Si affronterà la faccenda ad ottobre, alla fine della stagione turistica. Intanto gli avvocati affilano le armi.

Nella foto: i tavolini in via Garibaldi ad Alghero (fronte porto)
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