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S.A. 2 settembre 2013
Confcommercio: saldi negativi nell´isola
Saldi negativi nell´isola: Confcommercio, calo 7,6% in Sardegna. Performance più negative a Nuoro e Oristano con meno -8% nei centri storici


CAGLIARI - I saldi non sono sufficienti a far rifiatare l'economia sarda. Lo conferma un analisi di Confcommercio Sardegna e CdC & Partners, che mette in evidenza un calo medio del 7,6% rispetto allo scorso anno su base regionale e perfettamente in linea con quello nazionale che stima tra il 7 e l’8%.

Nelle quattro provincie storiche il calo è stato pressoché omogeneo con differenze percentuali intorno ad un punto: Cagliari – 6,5%; Sassari – 6,9%; Nuoro – 8,4%; Oristano – 8,3%. L'83,2% degli imprenditori intervistati si dice completamente insoddisfatto di questo andamento, malgrado le percentuali di sconto, soprattutto in questo mese di agosto siano arrivate alla soglia del
50%, soprattutto nel settore dell’abbigliamento. Solo il 24,7% degli esercenti dichiara un incremento degli incassi, con un acquisto medio di 107 euro per persona.

Si è partiti con percentuali di saldo interessanti, dal 25/30 %, e con una vasta offerta di prodotti. In fase iniziale, soprattutto nei grandi centri, c’è stato un flusso notevole, concentrato nei primi due fine settimana. Poi la situazione delle vendite è andata affievolendosi. Gli esercenti speravano in una ripresa, anche con l’arrivo di più consistenti flussi turistici attesi per il mese di agosto, ma così non è stato. Secondo il presidente regionale di Confcommercio, Agostino Cicalò, si tratta dell’ennesima testimonianza della sofferenza delle famiglie e delle imprese sarde. Acquisito questo dato, occorre puntare su una proposta strutturale quale quella dei Distretti Economici, la cui proposta di legge deve essere ancora vagliata dal Consiglio Regionale. I Distretti Economici Urbani, mettendo insieme le municipalità con gli operatori economici, consentono di reperire le risorse dell'Unione Europea per la riqualificazione dei centri urbani.

«Oltre alla carenza di liquidità delle famiglie - aggiunge - il problema è anche migliorare l'accessibilità dei centri storici e la loro qualità urbana. In questo modo si potrà consentire agli operatori dei centri urbani di competere con i grandi centri commerciali che sono,
legittimamente localizzati in periferia. Contestualmente Confcommercio sta facendo uno sforzo importante per stimolare e coordinare la formazione degli operatori preparandoli alle sfide di un
mercato sempre più dinamico».
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