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Red 25 ottobre 2013
«Pps, un obbrobrio giuridico»
Così il consigliere del Pd Mario Bruno all´annuncio del nuovo Pps da parte dell´esecutivo Cappellacci a Sassari


ALGHERO - «Si capisce dall’“effetto annuncio" che il nuovo Ppr, il Pps di Cappellacci, é solo un piano di marketing. Anzi è il piano di presa in giro dei sardi, che non avrà alcun effetto, se non quello di introdurre temi mai affrontati durante i cinque anni di mandato del Governatore. La decisione di assumere il provvedimento in modo unilaterale, inoltre, è una forzatura e uno sgarbo istituzionale nei confronti del Ministero, che si spiega solo con la fretta di arrivare ad un piano da approvare purchessia. E magari prendendo a pretesto l'autonomia». Così il consigliere del Pd Mario Bruno all'annuncio del nuovo Pps da parte dell'esecutivo Cappellacci a Sassari.

«Dai verbali degli incontri tra Regione e Mibac, infatti, non emerge la validazione complessiva dello strumento di co-pianificazione, mentre compaiono condivisioni su aspetti del tutto marginali. Insomma, si va da una campagna elettorale all'altra: il resto - precisa Bruno - è rappresentato da cinque anni di vuoto, come sono vuote tutte le rassicurazioni riguardo al mantenimento delle tutele sulle coste, una circostanza contraddetta dal fatto che sia il piano casa che la legge sul golf entrerebbero a pieno titolo all'interno del Pps del presidente».

«Un obbrobrio giuridico, con l'inserimento, in uno strumento di pianificazione, di norme che per loro natura sono transitorie, già impugnate e in deroga a tutti gli strumenti urbanistici. I comuni - continua l'onorevole algherese - in nome dei quali si sarebbe intervenuti per fare chiarezza, in realtà saranno sempre più disorientati: si fermeranno immediatamente gli adeguamenti dei Puc, si dovrà attendere la data di approvazione annunciata per gennaio, dopodiché è molto probabile che si aprano contenziosi che allungheranno ulteriormente i tempi senza dare certezza di diritto e senza risolvere le tante problematiche esistenti. Il tempo dei proclami ormai è finito - conclude Mario Bruno - gli scempi paesaggistici non si possono fare impunemente in nome dei sardi».
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