In corso di notifica il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica contro il nuovo piano paesaggistico della Sardegna varato tra le polemiche dalla Giunta di Ugo Cappellacci 48 ore prima delle elezioni regionali
CAGLIARI - E' in corso di notifica il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica contro il nuovo piano paesaggistico della Sardegna varato tra le polemiche dalla Giunta di Ugo Cappellacci 48 ore prima delle elezioni regionali che hanno decretato la sconfitta del governatore uscente di centrodestra. A farsi paladino del vecchio piano approvato nel 2009 dall'esecutivo di Renato Soru, è l'associazione ecologista Gruppo d'intervento giuridico attraverso l'avvocato Carlo Augusto Melis Costa.
«Avevamo programmato il ricorso insieme agli Amici della Terra e alla Lega per l’Abolizione della Caccia, ma l’approvazione definitiva da parte della Giunta Cappellacci lo scorso 14 febbraio 2014 e i tempi strettissimi per evitare il consolidamento del provvedimento di adozione (deliberazione di Giunta regionale n. 45/2 del 25 ottobre 2013), in parte già esecutivo, hanno imposto il ricorso senza indugi» fanno sapere da Grig.
«Come noto - spiegano - lo Stato ha già inoltrato il ricorso n. 1/2014 per conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale avverso la deliberazione di Giunta regionale n. 45/2 del 25 ottobre 2013 di prima adozione. E la Corte costituzionale di fatto ha recentemente un po’ anticipato il giudizio con la sentenza n. 308/2013[1], proprio in riferimento alla Regione autonoma della Sardegna, con buona pace dei soliti soccorritori dell’arbitrio regionale di sinistra, progressisti, ambientalisti, e chi più ne ha più ne metta». Da Gruppo di Intervento Giuridico sono convinti che «i primi effetti negativi sono già sorti con l’adozione dell’ottobre 2013». Per questi motivi hanno accelerato i tempi: «Preferiamo, quindi, impugnare comunque in via cautelare i provvedimenti regionali illegittimi che hanno stravolto il Ppr perché sono necessari atti a fatti concreti per salvaguardare questa nostra Terra».
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