«Per la prima volta l´ambiente e il paesaggio non sono un´ostacolo allo sviluppo, ma la principale risorsa competitiva»
Sull’allarme campagne Luciano Deriu ritiene non più rinviabile un riordino: «La maggioranza degli attuali edificati di civile abitazione sono di fatto abusivi, falsamente classificati come case appoggio ad azienda agricola». Mentre l’allarmismo per le nuove norme secondo l’ambientalista è ingiustificato. «Il piano distingue gli ambiti degli insediamenti rurali in due tipologie: La prima, “Edificato urbano diffuso”, è localizzata vicino ai centri urbani. Qui sono possibili interventi di nuova edificazione e ristrutturazione e non viene indicato nessuna dimensione minima del fondo»
ALGHERO - «Per la prima volta l’ambiente e il paesaggio non sono un vincolo o un ostacolo allo sviluppo, ma la principale risorsa competitiva». Ne è convinto Luciano Deriu di Legambiente, che però ammette le lacune nel percorso partecipativo. «Ma è anche vero che si tratta di un Piano che definisce soprattutto linee di indirizzo, rimandando a una Legge urbanistica e a quei Piani Urbanistici, che i Comuni trovano comodo non fare e che ora saranno costretti a fare», spiega Deriu. «L’indicazione generale del Piano è una sorta di “grande opera” per la Sardegna sotto forma di riqualificazione urbana e territoriale. Nella pratica significa cantieri e servizi, occupazione e lavoro. Si istituisce anche un principio di compensazione per i comuni penalizzati dalle norme di salvaguardia costiera, mediante finanziamento di interventi pubblici». Secondo l’ambientalista nella sua dura opposizione Alghero sembra voler mettere a confronto l’innovativo Piano Paesaggistico regionale con il sistema ultrapermissivo del vecchio piano regolatore algherese di 30 anni fa: «È invece opportuno utilizzare studi e analisi locali aggiornate e compatibili con i criteri di sostenibilità posti dalla Regione. Studi di dettaglio, che possono legittimare vocazioni locali diverse rispetto a quelle indicate dalla Regione, studi che Alghero possiede, dal momento che è fornita di un Piano Urbanistico in itinere, che conviene togliere finalmente dal cassetto».
Sull’allarme campagne Luciano Deriu ritiene non più rinviabile un riordino: «La maggioranza degli attuali edificati di civile abitazione sono di fatto abusivi, falsamente classificati come case appoggio ad azienda agricola». Mentre l’allarmismo per le nuove norme secondo l’ambientalista è ingiustificato. «Il piano distingue gli ambiti degli insediamenti rurali in due tipologie: La prima, “Edificato urbano diffuso”, è localizzata vicino ai centri urbani. Qui sono possibili interventi di nuova edificazione e ristrutturazione e non viene indicato nessuna dimensione minima del fondo. È indicato invece l’obbligo per i Comuni di predisporre piani di zona. Il secondo ambito, “Edificato in zona agricola”, si colloca in zone agrarie più lontane dalla città ed è costituito da case sparse. L’edificabilità residenziale è concessa agli imprenditori agricoli ed è indicata la dimensione minima del fondo in 5 ettari per colture intensive e 20 per colture estensive. La dimensione del fondo scende a 2 ettari se si tratta di insediamenti riferiti ad attività produttive specializzate (le più comuni), come le attività del settore agro pastorale».
«Quanto al Turismo il Piano, oltre a incoraggiare gli ampliamenti dell’esistente - spiega il segretario regionale di Legambiente - favorisce le nuove localizzazioni in zone contigue o comunque integrate agli insediamenti urbani, siano città, paesi, agglomerati rurali o complessi minerari. E così che, mentre scompaiono le zone F, un insediamento rurale come Maristella è assimilato al complesso alberghiero di Pischina Salida. Definizioni più precise rimandano ad un futuro Piano del Turismo Sostenibile, lasciando aperta una porta alla proposta dei territori».
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