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Antonio Burruni 24 febbraio 2006
"Chanco" Cerruti, il cinghiale onesto e senza paura


ALGHERO - Domenica scorsa, dopo circa tre settimane di sosta per gli impegni della nazionale, è ricominciato il campionato di serie A di rugby e la Terra Sarda-Amatori Alghero ha battuto la seconda forza del campionato, la Termoraggi Piacenza. Grande protagonista con tre mete è stato il pilone Manuel “Chancho” Cerruti, nato a Tucuman, nel nord dell’Argentina il 3 maggio 1974 e alla quarta stagione nella rosa dell’Amatori.

Domenica hai realizzato 3 mete da cui è scaturita la rimonta sulla Termoraggi Piacenza, seconda in classifica. Com’è andata secondo te?
«E’ andata bene. Come ha detto il mister dovevamo mettere il 150percento per vincere questa partita e l’abbiamo fatto. Abbiamo iniziato un po’ male e poi abbiamo rimontato abbastanza bene. Però voglio che si sappia che domenica ho segnato solo due mete. La terza è di Usai».

Adesso vi aspetta una nuova pausa. Cosa ti aspetti dalla prosecuzione di questo campionato?
«Speriamo di vincere tutte le partite che restano. Sono partite difficili. La prossima contro Brescia che è terzo, poi con la capolista Capitolina. Quella sarà molto difficile, ma ci proveremo».

Questa è la tua quarta stagione con l’Amatori. Qual è il tuo rapporto con Alghero e con i tifosi algheresi?
«Qui mi sento come a casa. Gli amici mi hanno insegnato anche a parlare un po’ in algherese. Mi trovo come a casa, ho tanti amici e rimango anche d’estate. Mi trovo benissimo».

Perché ti chiamano “Chancho”?
«Chanco vuol dire cinghiale in spagnolo…quindi guardandomi in campo si capisce perché mi chiamano così. E’ un nome che mi porto da tanti anni. Ormai anche mio figlio lo chiamano “Chanchito”».

Cosa spinge un ragazzino argentino a scegliere il rugby anziché seguire i miti del calcio che nella tua nazione non sono mai mancati?
«Anche a me piace tantissimo il calcio. Ma sono nato a Tucuman, che è la capitale argentina del rugby. Li si vedono i ragazzini giocare a rugby nelle piazze, come qui giocano a calcio. Poi mio padre è stato giocatore di rugby, quindi questo sport lo porto nel sangue. Anche mio figlio ha 5 anni è gioca già. Lui sta in Argentina, perché sono separato, la mia famiglia è li e sono venuto qui da solo».

Cosa ti piace fare nel tempo libero?
«Il mio hobby è cantare. Mi piace tantissimo. Canto musica folkloristica del mio paese. Mio padre è un cantante professionista, quindi quando torno in Argentina canto spesso con lui. Poi qui con gli amici vado in giro, a mangiare, mi diverto».

Quanto corri verso la meta, a cosa pensi?
«Non ho paura. Prendo il pallone e vado avanti cercando di arrivare oltre la linea di meta. Sempre senza paura».

Nella foto "Chanco" Cerruti
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