Per Giulio Spanu, il sindaco «ha bevuto la cicuta sapendo che non c´era veleno»
Trascorso ferragosto non si placa la polemica politica. L´opinione di Giulio Spanu è che non c´è stata alcuna violazione nell´emanazione dell´ordinanza per derogare la legge regionale
ALGHERO - «Tedde ci ripensa. Sono consapevole che nell’amministrare, non sempre ci si attiene in via esclusiva all’interesse degli amministrati, ed in presenza di difficoltà invece di riflettere e trovare la soluzione, si preferisce attribuire ad altri la responsabilità di un fatto negativo. Così è avvenuto per la legge sulla disciplina degli orari degli esercizi al dettaglio! Il sindaco di Alghero insieme ad altri sindaci del centrodestra, hanno preferito affiggere manifesti di scuse per i turisti ed esternare il loro j’accuse nei confronti dell’amministrazione regionale, piuttosto che esaminare la norma e trarre le conseguenze favorevoli agli amministrati,senza peraltro violare la legge. Quando insieme ad altri colleghi abbiamo invitato il sindaco di Alghero ad emettere l’ordinanza per consentire l’apertura degli esercizi al dettaglio, non lo abbiamo invitato a violare la legge, né ad assumere un provvedimento di sfida alla Regione. Al contrario, esaminata la legge, peraltro sul punto assolutamente contraddittoria e non chiara, abbiamo tratto la convinzione che la specificazione delle festività tra le quali quella di ferragosto, non poteva essere considerata inderogabile, nell’assenza assoluta, nella dizione letterale della legge, di un espresso disposto di inderogabilità. Infatti per chi legge la norma (art.5) pur restando interdetto per la ripetizione e specificazione delle festività, non trova in legge un richiamo esplicito ad un comando di inderogabilità delle festività elencate nel comma 7° dell’articolo citato. Letteralmente parrebbe una ripetizione del tutto inutile, per cui propendo nel pensare che si tratti di un’ appendice e specificazione, incompleta della prescrizione, ma tant’è cosi è stata scritta e cosi manifesta il proprio precetto nei confronti degli amministrati. Tuttavia la norma deve essere interpretata, e a tenore di tale imperfezione, seguendo uno dei metodi interpretativi delle leggi ed in applicazione del latino brocardo “Ubi lex voluit dixit, ubi noluit tacuit (ovvero: non dixit), si deve necessariamente dedurre che l’art. 5 comma 7° nello specificare le festività non ha specificato la inderogabilità della chiusura. D’altro canto sono certo che il sindaco di Alghero nell’emettere l’ordinanza ha ben tenuto presente tale processo interpretativo, sarebbe certamente disdicevole, oltre che pericoloso, che egli, convinto del contrario, abbia deliberatamente voluto infrangere i precetti di legge anche se per un fine giusto!
Sarebbe un esempio devastante per i cittadini, che si potrebbero disporre a contravvenire alle norme che ritengono inique, oltre che porrebbe in palese difficoltà ai fini omissivi coloro che, in presenza di una palese violazione hanno l’obbligo di perseguire coloro che infrangono le leggi. Nel nostro caso, sono certo, non vi è stata alcuna violazione, solo che il sindaco ha difficoltà politiche ad ammetterlo, si dichiara disposto a bere la cicuta, sapendo che nel bicchiere non c’è veleno! Bella forza!».
Giulio Spanu
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