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A.B. 8 agosto 2015
Oristano: Falchi illustra il nuovo Psr 2014-2020
L’assessore regionale dell’Agricoltura ha partecipato all’Assemblea Generale dei Consigli della Confederazione Italiana Agricoltori dal tema Agricoltura e Psr in Sardegna


ORISTANO - «A fine mese dovrebbe arrivare il via libera da Bruxelles sul nostro Programma di sviluppo rurale 2014-2020 ed entro settembre partiranno i primi bandi». Lo ha annunciato l’assessore regionale dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, nel suo intervento ad Oristano, all’Assemblea Generale dei Consigli della Confederazione Italiana Agricoltori dal tema “Agricoltura e Psr in Sardegna”. All’iniziativa, oltre al presidente regionale dell’associazione agricola Martino Scanu ed al presidente nazionale Dino Scanavino, hanno partecipano il direttore generale dell’Assessorato Sebastiano Piredda ed il direttore generale dell’agenzia regionale “Argea” Gianni Ibba. A coordinare i lavori, il direttore generale della “Cia Sardegna” Velio Ortu. «Il Programma di sviluppo rurale su cui abbiamo lavorato fino a oggi (2007-2013) era un progetto immobile, un monolite con interventi blindati e programmati otto anni fa e che magari avevano perso utilità con il passare del tempo. Il nostro sarà invece flessibile, snello, di facile lettura e comprensione, su cui potremo intervenire per apportare eventuali modifiche: se una misura non va bene la miglioreremo sulla base dei risultati portati a casa e dei consigli che ci arriveranno da agricoltori e pastori».

Un modo nuovo di concepire la gestione finanziaria e programmatica dell’agricoltura sarda dei prossimi sei anni che lo scorso anno, appena insediata, Falchi ha voluto imprimere alla programmazione del Psr quasi in fase di chiusura. Un approccio che punta a guardare avanti per spendere al meglio il miliardo e 308milioni di euro che la Sardegna dovrà gestire. Il 46percento di questi fondi sono messi a disposizione dall’Unione europea, il 36,4percento dallo Stato nazionale ed il 15,6percento dalla Regione Autonoma della Sardegna. «Qualità ambientale, produzioni biologiche e animali allevati al pascolo, in condizione di benessere, sono un’arma commerciale di cui parliamo troppo poco, un nuovo tipo di marketing su cui dobbiamo investire e lavorare ancora tanto – ha osservato l’esponente della Giunta Pigliaru – Milioni di consumatori internazionali, dalla Germania agli Stati Uniti alla Cina, sono disposti a spendere per le nostre eccellenze agroalimentari. È necessario quindi evitare di competere con le grandi produzioni dei mercati emergenti, spesso caratterizzate da colture non biologiche e allevamenti dove è sconosciuto il benessere animale, per dedicarci alle nostre produzioni di qualità e di nicchia».

«Sono passati quasi tredici mesi da quando abbiamo inviato a Bruxelles la bozza del nostro Psr per l’approvazione – ha ricordato l'assessore – Con gli uffici dell’Unione Europea abbiamo portato avanti interlocuzioni continue e i tecnici hanno dovuto lavorare duro per far capire che il binomio qualità ambientale e qualità agrolimentare erano la vera anima del progetto. Altra difficoltà è stata quella dell’indennità compensativa che ha fatto slittare la presentazione delle domande - ha proseguito l’assessore - Dall’Europa volevano che venisse finanziata a tutti i proprietari terrieri, noi abbiamo cercato di destinarla solo a chi lavorasse e vivesse veramente dalla campagna. Purtroppo abbiamo dovuto accettare queste nuove condizioni, ma per il prossimo anno stiamo già studiando interventi migliorativi. In passato si è sempre pensato che bastava una sola ricetta per intervenire bene sul comparto – ha ricordato Falchi – la Sardegna è invece un continente agricolo con storie e tradizioni molto diverse dal nord al sud dell’Isola, dalle pianure alle colline, dai campi irrigui a quelli in asciutto. Non si può ragionare allo stesso modo in Gallura e in Barbagia, nel Campidano o nel Sulcis. Creare ricette specifiche per territori è al contrario il nostro modo di ridisegnare gli interventi per l’agricoltura del futuro».

Un percorso da avviare subito con la pubblicazione dei bandi che andranno costruiti quindi su misura, a seconda delle esigenze, con un confronto continuo con associazioni di categoria, agricoltori, pastori ed amministratori pubblici. Bandi che saranno gestiti a sportello per ridurre i tempi di attesa, che vanno dalla presentazione delle domande all’erogazione dei contributi. A fare da ponte di trasmissione fra i territori e le strutture dell’Assessorato saranno chiamati i tecnici delle Agenzie agricole regionali, che dovranno raccogliere i risultati degli interventi finanziati ed i suggerimenti di chi ha usufruito dei bandi. L’assemblea si è arricchita con diversi interventi da parte del pubblico che hanno permesso all’assessore di affrontare i temi dei danni da fauna selvatica, del credito agricolo, delle politiche per l’insediamento dei giovani in agricoltura e della sburocratizzazione. Inoltre, hanno preso la parola il presidente della Quinta Commissione del Consiglio Regionale Luigi Lotto, il segretario dei Rosso Mori Marco Pau ed il presidente regionale di Confagricoltura Luca Sanna.

Nella foto: l'assessore regionale Elisabetta Falchi
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