Un ettaro di locali un tempo adibiti ad uffici, archivi, magazzini e naturalmente alle officine agricole insieme ad hangar per il ricovero di mezzi per movimento terra
ALGHERO - La sua ubicazione non troppo visibile, ma comunque di passaggio trovandosi in corrispondenza del quadrivio di Santa Maria la Palma, non suscita troppa attenzione in chi non conosce la zona. Maggiore indignazione e preoccupazione invece attanaglia la gente che conosce cosa si nasconde dietro quella muraglia diroccata. Stiamo parlando delle vecchie Officine di Zirra, circa un ettaro di locali adibiti ad uffici, archivi, magazzini e naturalmente alle officine agricole insieme ad hangar per il ricovero di mezzi per movimento terra. Strutture utilizzate fino ad un ventennio fa di proprietà dell’Ersat, ente regionale oggi al centro di riforma.
Ebbene dentro quel terreno di edifici diroccati e abbandonati al degrado si trova di tutto. Da batterie per mezzi meccanici esauste, montagne di ferraglia di vario genere insieme a cingolati e altri mezzi corrosi dalla ruggine, per passare poi ad autentici cumuli di materiale cartaceo di vario genere. Non sono rare poi barili di oli esausti e coperture ad onduline probabilmente contenenti amianto. Si passa poi a raccolte di gazzette ufficiali degli anni sessanta, riviste agronomiche, raccoglitori e fascicoli amministrativi accumulati appunto nei locali adibiti ad uffici e archivio, oggi occupati da piccioni, topi e chi ne ha più ne metta.
Una situazione di degrado, frutto di un abbandono decennale che non può assumere che i connotati di autentica bomba ecologica. Probabilmente assimilabile a quanto esisteva nella famigerata ex saica in città o nell’ex cotonificio di via Marconi per citare un altro esempio di immobile appartenente al patrimonio pubblico e abbandonato al degrado. Urgono dunque provvedimenti, quei luoghi non possono rimanere più lasciati cosi, ma soprattutto è sempre più necessario che si proceda ad una riqualificazione complessiva. Quegli immobili collocati in un luogo strategico devono risorgere o meglio ritornare alla produttività. Magari rasando al suolo tutto e bonificando piuttosto che procedere magari a ristrutturazioni più dispendiose.
Da tempo si parla a qualche ipotesi di recupero, ma oggi l’Ersat è al centro di riforma e quindi chissà quando si potrà decidere le sorti di Zirra. «E pensare che potrebbe diventare un bel centro polifunzionale di promozione turistica agroalimentare -commenta Gavino Delrio del Comitato Zonale Nurra- e invece da decenni è solo uno spazio rubato alla produttività agricola con danni anche per i territori circostanti». Dello stesso avviso Sergio Melis di Impegno Rurale che rabbrividisce pensando a cosa c’è dentro: «Da poco ho verificato quel disastro ambientale che si trova in quell’ettaro di terreno-evidenzia-da tempo si parla di qualche recupero, ma io l’ho sempre conosciuto così».
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