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Red 2 febbraio 2017
«Prezzo latte, risoluzione inutile»
Lo dichiara il capogruppo consiliare dei Riformatori Sardi – Liberaldemocratici, Attilio Dedoni: un documento che non contiene alcun impegno concreto, che non prevede stanziamenti di risorse e che non accoglie nessuna delle richieste avanzate dagli allevatori


CAGLIARI - «La risoluzione sul prezzo del latte approvata nella serata di ieri dal Consiglio regionale rappresenta l’estremo atto di resa della politica al cospetto della crisi del comparto ovicaprino: un documento che non contiene alcun impegno concreto, che non prevede stanziamenti di risorse e che non accoglie nessuna delle richieste avanzate dagli allevatori. Per questo motivo, l’opposizione ha deciso di votare contro la risoluzione: è il fallimento del centrosinistra nel governare l’agricoltura in Sardegna, come dimostra anche l’assenza, ormai da diverso tempo, di un assessore che si occupi della materia». Lo dichiara il capogruppo consiliare dei Riformatori Sardi – Liberaldemocratici, Attilio Dedoni, all'indomani dell'approvazione della risoluzione in Consiglio regionale [LEGGI].

«Manca soprattutto la misura più urgente richiesta dagli allevatori, che sono ridotti alla fame a causa del crollo del prezzo del latte e delle condizioni meteorologiche che hanno bloccato la produzione del foraggio: l’attivazione dei contributi de minimis per dare liquidità immediata alle aziende, consentendo così di avviare la prossima campagna lattiero-casearia con l’acquisto dei mangimi senza dover ricorrere alle anticipazioni pagate dai trasformatori», spiega Dedoni.

Di più: «manca l’impegno a far risalire la quotazione del latte ad almeno 80 centesimi, stanziando in finanziaria le risorse necessarie per sostenere il prezzo ed impegnandosi ad incrementarle nel caso in cui si rivelassero insufficienti: il centrosinistra avrebbe voluto limitarsi ad una dichiarazione di buon auspicio, senza legare l’obiettivo agli stanziamenti, per questo ci siamo opposti. Manca l’intervento diretto sul mercato attraverso il ritiro del pecorino romano invenduto, se si eccettua la quota minimale che sarà coperta con il bando nazionale per gli indigenti: l’acquisto di grandi quantità di prodotto, da destinare eventualmente ai paesi del Terzo Mondo, farebbe risalire automaticamente le quotazioni, con ricadute sull’intera filiera».

«Alla base di tutto questo c’è l’assenza, da parte di Giunta e maggioranza, della volontà di assumere impegni concreti, dovuta all’incapacità di farvi fronte», conclude il capogruppo. «La Regione non ha soldi in cassa, a dispetto degli esiti miracolosi sbandierati con la vertenza sulle entrate erariali. Lo ha ammesso chiaramente oggi il presidente della Commissione Bilancio: è indispensabile aprire una nuova vertenza con lo Stato perché non è vero che i soldi che ci sono dovuti stanno arrivando in Sardegna. Senza soldi non si può pensare di affrontare seriamente i problemi di un’Isola stremata dalla crisi. Il centrosinistra ha fallito e questo non è più un mistero per nessuno».
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