Niente arresti domiciliari per Lukas Saba, come chiesto dall'avvocato Gabriele Satta. Continuano le indagini sul territorio e rimangono lati oscuri di qual tragico venerdi sera. Rimane una vita spezzata a soli 19 anni e una famiglia distrutta. Giovedì i probabili funerali di Albertino
ALGHERO - «Un gioco finito in tragedia». Lukas Saba conferma al
Gip del Tribunale di Sassari, Antonello Spanu, la versione confessata nella tragica notte agli inquirenti ed al
Pm Mario Leo, dopo il primo tentativo di depistaggio. Il giovane avrebbe anche detto di essere ubriaco quella sera e di non essersi reso conto del pericolo.
Secondo quanto riferito questa mattina nel corso dell'interrogatorio a Bancali, insieme al suo difensore Gabriele Satta, la pistola calibro 22 che il padre deteneva legalmente nella sua casa di campagna sarebbe stata soltanto un «gioco». Lukas l'avrebbe presa pensando che fosse scarica.
Quando si è trovato davanti Alberto, nella sua casa in Piazza del Teatro, gliel'ha puntata addosso per scherzare, poi lo sparo e il colpo mortale tra gola e petto. Il giudice però non ha concesso all'indagato gli arresti domiciliari, così come richiesto dall'avvocato. Continuano intanto le indagini sul territorio. Rimane una vita spezzata a soli 19 anni e una famiglia distrutta: probabilmente mercoledì dovrebbe essere allestita la camera ardente a Sassari e giovedì i funerali ad Alghero.
ultimo aggiornamento ore 22.22
Foto d'archivio
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