CAGLIARI - Preoccupazione per l'evolversi della situazione campana sull'emergenza rifiuti. E' un coro unanime di no, quello che si è levato dal mondo politico sardo, all'ipotesi di accoglere parte dei rifiuti napoletani nell'isola. Nel napoletano, oltre ai forti condizionamenti della malavita organizzata e della camorra sullo smaltimento dei rifiuti, sul traffico dei rifiuti tossici dal nord Europea, la raccolta differenziata arriva appena all'8%. «Ottana come Pianura, la Sardegna come la Campania. Messaggio devastante perché si ha la consapevolezza di ingenerare paura e sgomento», dichiara il capogruppo in regione dal Partito della Rifondazion Comunista. «Vi sono responsabilità politiche molto gravi e non si può assolutamente giustificare una inoperosità istituzionale di oltre quindici anni. Sfruttare però il caso Napoli per riprendere una campagna mediatica in favore degli inceneritori (termovalorizzatori), occultando quelli che sono i veri nodi da sciogliere nel trattamento dei rifiuti - dichiara Davoli (Prc) - è insostenibile è indegno di una politica seria e credibile». Anche dall'iRS (indipendèntzia Repùbrica de Sardigna) si esprime la più ferma e convinta opposizione al progetto e
diffida il consiglio Regionale ad operare in direzione opposta. Intanto oggi sarà presentata una mozione urgente da parte di Mario Diana (Alleanza Nazionale), per scongiurare l'arrivo nell'isola di rifiuti esterni. Nella stessa direzione le dichiarazioni degli esponenti del centrodestra in Regione, secondo i quali l'isola non può pagare per gli errori dei governi della città di Napoli, della Regione Campania e dello Stato italiano. /
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