CAGLIARI - «Sulla banchina del porto di Cagliari, a contrastare un gesto di solidarietà sociale giustamente manifestato dalle istituzioni autonomistiche della Sardegna non c'era ieri il popolo sardo né alcuna sua autentica rappresentanza». Questo il primo commento dell'onorevole Luigi Cogodi del Prc, in riferimento allo sbarco dei rifiuti ampani a Cagliari. «C'erano, invece, alcuni farneticanti esponenti politici della destra, ivi compresi senatori, deputati, consiglieri regionali, assessori di Cagliari e qualche sindaco, sempre di destra, in carica ed ex, caporioni vari di AN, di FI, di "patto Segni": tutti a presidiare televisioni e a spalleggiare un drappello di "Azione Giovani". C'erano pure alcuni manifestanti delle associazioni di ritenuto "indipendentismo" (da chi?) che sempre più visibilmente confondono le legittime aspirazioni delle "nazioni senza stato" con la pratica e con la grammatica della più velleitaria, inconcludente e folklorica esibizione di un incomprensibile nazionalismo senza popolo». «Accettare, liberamente e responsabilmente, di dare una mano in un momento di grave pericolo, ad un'altra comunità di popolo non indebolisce, non umilia, non contraddice, ma al contrario esalta e rafforza tutte le buone ragioni di progresso e di riscatto del popolo sardo e delle sue istituzioni di democrazia e di autonomia. Non è proprio un caso - continua Cogodi - ma è un fatto pur esso "logico", che a contrastare frontalmente l'esercizio della più concreta solidarietà sociale, siano principalmente le stesse forze e lo stesso personale politico massimamente colpevoli di ogni forma di inquinamento, indigeno e forestiero, che colpisce l'Isola di Sardegna». «Gli attuali nemici di Napoli e della Campania - attacca l'onorevole - sono gli stessi amici e sodali di ogni sorta di speculazione edilizia, immobiliare, affaristica, da esercitare e da ostentare con ogni mezzo e parlando le più diverse lingue del mondo». «Gli attuali nemici di Napoli e della Campania sono prevalentemente gli stessi nemici di sempre della vera "Rinascita" della Sardegna, del suo progetto di sviluppo "naturale", del lavoro sicuro da garantire a tutti, della salvaguardia ambientale e della tutela paesaggistica, della liberazione dell'Isola dalle servitù militari, della partecipazione politica e della più compiuta democrazia di popolo. Sono loro - conclude - i veri inquinatori, della terra, dell'aria, dell'acqua, in Sardegna e altrove. Sono loro, soprattutto, i più pervicaci inquinatori della società sarda, e non solo».
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