G.M.Z.
12 gennaio 2008
Rifiuti, arriveranno altre navi «Nessun pericolo in Sardegna»
Lo ha annunciato il Presidente della Regione, spiegando perché l´isola oggi ha la capacità di accogliere, senza alcun problema, rifiuti non nocivi da una regione in difficoltà. Esportiamo nella penisola 450mila tonnellate di rifiuti tossici nocivi all´anno

CAGLIARI - «La Sardegna ha rispettato il vincolo di solidarietà, dettato dalla Costituzione, anche in virtù degli enormi passi avanti compiuti negli ultimi tre anni». Così il Presidente della Regione, Renato Soru, ha spiegato ai giornalisti ciò che lo ha indotto ad accogliere l'invito del Governo in merito all'emergenza rifiuti in Campania. Ha poi sottolineato che non sa ancora se in Sardegna arriveranno 5.000, 6.000 o 8.000 tonnellate di rifiuti, ma che «comunque l'ordine di grandezza non si discosterà da questi valori». Soru ha garantito che non arriveranno nell'isola rifiuti speciali. «Sono gli stessi che vengono prodotti ogni giorno in Sardegna, perciò non c'è alcun rischio per la salute dei cittadini. Mentre ci stiamo lamentando di questo gesto di solidarietà, forse i sardi non sanno che ogni anno esportiamo 450mila tonnellate di rifiuti tossici nocivi, che vengono smaltiti in varie regioni d'Italia: non parliamo di lattuga o carta, bensì di olii esausti, acidi, batterie». Altre navi arriveranno. «In questo momento è al lavoro un commissario governativo per l'emergenza dei rifiuti in Campania, che sta facendo i calcoli esatti. Di sicuro occorrerà portare in Sardegna qualche migliaio di tonnellate di rifiuti solidi urbani. Ma nel 2006, la Regione diede al commissario Bertolaso la disponibilità e poi, anche per motivi economici, non arrivò niente. Forse anche stavolta non sarà necessario arrivare alla quota fissata». A chi gli chiedeva un commento sulle lamentele degli amministratori locali per non essere stati consultati, se non tardivamente, Soru ha risposto: «Il Governo ha ricevuto una risposta dal Presidente della Regione, non da Renato Soru. Credo di aver rappresentato i sentimenti della grande maggioranza dei sardi, in un momento in cui serviva una risposta immediata. Ci sono argomenti, come il Piano sanitario o il Piano paesaggistico, che consentono tempi di discussione piuttosto ampi e la concertazione. Ma stavolta non era possibile. Se poi i sardi la pensano diversamente, potranno non votarmi alle prossime elezioni. Oppure c'è l'ufficio della sfiducia da parte del Consiglio regionale, attraverso il quale possono mandarmi a casa prima del previsto». Il Presidente ha detto di non temere le critiche. «Quando uno accetta un incarico del genere, sa che ogni tanto corre il rischio di finire nel tritacarne. Non sempre si può essere simpatici, e io sono stato eletto per assumere delle decisioni. Cosa che sto facendo». / GESTIONE RIFIUTI SARDEGNA
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