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Cor 24 gennaio 2023
Sanità: la logica dei volumi per giustificare tagli
Si schierano a difesa della sanità pubblica con una lunga e articolata lettera aperta. Parlano di "riformite" e si scagliano contro i vertici dell´assessorato regionale. Di seguito il documento integrale corredato dalle firme dei medici


ALGHERO - 69 medici di Continuità Assistenziale si schierano a difesa della sanità pubblica con una lunga e articolata lettera aperta. Parlano di "riformite" e si scagliano contro i vertici dell'assessorato regionale. Di seguito il documento integrale corredato dalle firme dei medici.

Cambia la giunta regionale, cambia l’assessore ma si ripropone un film già visto. La "Riformite” ha colpito come una malattia infettiva estremamente contagiosa anche l’Assessore alla Sanità Carlo Doria, come successe al suo omonimo nel 2018 Luigi Arru. L’obiettivo dichiarato è quello di modernizzare la sanità territoriale, ma guarda caso, l’obiettivo reale è quello di ridimensionare il servizio di Continuità Assistenziale (ex guardia medica). La scusa è quella di limitare gli accessi ai pronto soccorso nonostante tutti i dati mostrino che i picchi di accesso al servizio di emergenza ospedaliero si riscontrino in orari in cui la Continuità Assistenziale non è attiva e che le percentuali di invii dalla Continuità Assistenziale al PS siano risibili. La retorica dell’aver imparato la lezione dall’epidemia da Coronavirus, che si sarebbe dovuta tradurre in un potenziamento del servizio territoriale di Continuità Assistenziale, sta lasciando ancora una volta il posto alla forbice, con una ricetta che conosciamo sin troppo bene: risolvere la criticità con il taglio delle sedi e spacciare questo taglio come efficientamento del servizio. Così, quei centri isolati e periferici, difficilmente raggiungibili dal servizio di emergenza-urgenza, lontani dalle strutture ospedaliere e, magari,anche senza un medico di famiglia, potrebbero ritrovarsi a non avere neanchela guardia medica.
E a giustificazione di questi tagli ritorna il concetto dei volumi, tanto caro all’Assessore Arru e ora caro anche all’Assessore Doria, come se i servizi di guardia medica fossero centri di produzione invece che baluardi della salute, che trovano il loro senso nel garantire a tutte le comunità, piccole o grandi, vicine o lontane dagli ospedali, isolate o facilmente raggiungibili, la stessa possibilità di presa in carico e di assistenza. Usare il parametro dei volumi delle prestazioni per giustificare l’esistenza di un punto guardia, sottende alla logica che, chi vive in centri piccoli e disagiati abbia meno diritti di chi vive nei grandi certi urbani, che curare solo poche persone sia meno importante che curarne tante, una logica pericolosa per la salute oltre che iniqua e incostituzionale.
Questa è l’idea prospettata dall’Assessore Doria durante l’incontro tenutosi lo scorso 20 gennaio presso la sala convegni del Quarter di Alghero, un riordino della sanità territoriale basato sulla creazione di comprensori ovvero ambiti territoriali in cui più punti guardia, 4-5, verranno unificati in unico punto di Continuità Assistenziale,con soppressione di quelli con minori volumi di prestazioni. Agli effetti pratici questo si tradurrà in pazienti costretti a percorrere fino a 30-40 minuti in macchina per ricorrere alle cure di un sanitario o al contrario, il medico dovrà percorrere lo stesso tragitto per assicurare l’assistenza sanitaria a pazienti non in grado di lasciare il proprio domicilio.
L’Assessore Doria, che continua a confondere il servizio di Emergenza Territoriale -118 con la Continuità Assistenziale, attribuendo a quest’ultima, erroneamente e ripetutamente, per esempio la gestione del dolore toracico, pare essere più preoccupato dell’acquisto di cardioline, kit di laboratorio, addirittura poltrone da terapia, che della salute delle comunità che, di certo, durante le ore notturne, prefestive e festive, non hanno bisogno di questi presidi e di personale amministrativo, ma di medici che si occupino di prestazioni indifferibili (mal di denti, colica renale, colica epatica, cistite, crisi d’asma, lombosciatalgia, otalgia, tosse persistente, reazioni allergiche, giusto per fare degli esempi) proprie della Continuità Assistenziale. Non vorremmo che dietro questa corsa all’acquisto e queste nuove assunzioni si celassero interessi che nulla hanno a che vedere con la salute delle persone e con la modernizzazione dei servizi del territorio.
Quello della Continuità Assistenziale è un servizio capillarizzato, presente anche nei piccoli centri, dove spesso rappresenta l’unico presidio di riferimento, di utilità particolarmente per quella fetta di popolazione più fragile dal punto di vista economico sociale e sanitario e che, dalla chiusura dei punti guardia verrebbe ulteriormente penalizzata rispetto a chi, parte della casta dei privilegiati che hanno danaro, potere e conoscenze, può permettersi di evitare qualsiasi fila ricorrendo all’assistenza sanitaria di più alto livello senza fare anticamera. La riforma Arru fu disinnescata dal basso, tramite il passaparola, il coinvolgimento dei cittadini e dei politici locali, che aldilà dell’appartenenza politica si resero conto dell’impatto che avrebbe avuto il ridimensionamento del servizio di Continuità Assistenziale. Agiremo in questa direzione anche questa volta, questo è sicuro!
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