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Cor 16:32
Sardinia Family, Todde a lavoro
L´obiettivo della presidente è una legge organica che metta a sistema le politiche a sostegno delle famiglie sarde, sul modello adottato dalla Provincia Autonoma di Trento


CAGLIARI - Una legge organica che metta a sistema le politiche a sostegno delle famiglie sarde, sul modello adottato dalla Provincia Autonoma di Trento, che nel 2016 ha sottoscritto con lo Stato il protocollo d’intesa “Family Audit”. Se ne è parlato venerdì nella Biblioteca Satta di Nuoro, durante un convegno promosso dal gruppo consiliare Uniti per Todde, dal titolo “Sardinia Family. La conciliazione vita-lavoro e le politiche per la famiglia”, alla presenza della Presidente della Regione, Alessandra Todde. La conferenza ha messo in luce un tema molto sentito in Sardegna e ha voluto illustrare la proposta di legge, presentata in Consiglio regionale dal gruppo Uniti per Todde, che vede come primo firmatario Sebastian Cocco, insieme ai colleghi Giuseppe Frau e Valdo Di Nolfo.

Un testo di 12 articoli che punta a superare gli interventi a macchia di leopardo e a contrastare il declino demografico dell’isola, che dal 2011 registra un costante calo dei residenti: solo nell’ultimo anno sono stati persi 8.300 abitanti e nel 2023 si sono registrati 7.231 nati a fronte di 18.563 decessi. La proposta di legge prevede la creazione di Distretti per le famiglie e di uno sportello unico nei territori, a cui cittadini e famiglie possano rivolgersi per migliorare l’accesso ai servizi. È inoltre prevista l’istituzione di una Carta sarda per le famiglie, con agevolazioni e riduzioni delle tariffe per la fruizione di beni e servizi. Tra le azioni più importanti, la sensibilizzazione dei Comuni sardi per ottenere la certificazione Family Audit delle aziende che adottano misure di conciliazione orientate al benessere delle famiglie dei dipendenti.

«Da tanti anni guardiamo alle misure adottate in altri territori – penso, per esempio, al Trentino, che esamineremo oggi – e vediamo che in altri contesti e in altre regioni queste politiche funzionano – ha detto la Presidente Todde –. Nel tempo sono stati comunque fatti dei passi importanti anche nella nostra regione: penso al Comune di Alghero e a tutto ciò che quel Comune ha fatto come capofila e apripista di questo tipo di politiche. Un Comune però non può essere lasciato da solo. Oggi è importante far capire a tutti che le politiche, per essere incisive, devono essere misurabili e costanti. Noi, per esempio, parliamo di bonus nidi, ma poi i posti sono troppo pochi. Faccio questo esempio perché è emblematico: per sostenere davvero le famiglie non basta stanziare risorse, bisogna garantire che le misure siano concrete e producano risultati. Vogliamo fortemente che i nostri giovani si sentano nelle condizioni di poter pensare al proprio futuro, di poter pensare di rimanere in Sardegna, superando il senso di precarietà che spesso frena e alimenta la paura del futuro».

Nel corso del dibattito, il direttore generale della Presidenza della Regione, Giovanni Deiana, ha spiegato il percorso della Regione Sardegna, che già da anni guarda al modello trentino. «Dal 2020 la Regione, in collaborazione con la Provincia di Trento e il Comune di Alghero, ha intrapreso politiche innovative per la promozione del benessere delle famiglie dei nostri territori, nell’ambito delle azioni di contrasto allo spopolamento e alla denatalità – ha spiegato Deiana –. Fra le misure realizzate per favorire la conciliazione ci sono il bonus asili nido gratis per un Isee fino a 40.000 euro, il bonus bebè e la misura di conciliazione Sine Limes, che finanzia fino a 8.000 euro all’anno a persone con limitazioni dell’autonomia per accedere ai servizi di cura e di assistenza. Sono stati erogati inoltre contributi alle aziende pubbliche e private per le politiche di conciliazione. Se la proposta di legge Cocco venisse approvata, la Regione si doterà di un importante strumento per dare carattere strutturale alle politiche di benessere familiare».

«Ora bisogna fare un passo in avanti – ha detto il primo firmatario della legge, Sebastian Cocco –. Ciò che serve è una cabina di regia che tiri le fila e metta ordine alla situazione di frammentarietà che caratterizza le politiche per la famiglia, andando a contrastare il declino demografico nell’isola, che dal 2011 in poi registra un costante calo dei residenti: solo nell’ultimo anno abbiamo perso oltre 8.000 abitanti, una città grande come Macomer. Una situazione preoccupante che impone politiche che mettano al centro la famiglia nel sistema economico e sociale». Cocco ha ricordato che in Sardegna, tra finanziamenti europei, statali e regionali, vengono stanziati circa 60 milioni di euro all’anno per le famiglie. “È una somma importante che però non è riuscita a incidere – ha detto –. Servono interventi strutturali. La nostra proposta non risolverà il problema dello spopolamento, ma dobbiamo avere l’ambizione di assicurare il benessere delle famiglie.
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