Celebrata in Consiglio regionale Sa die da sa Sardigna. Discorsi della presidente Lombardo e del presidente della giunta, Cappellacci. Le radici della storia un punto di partenza per il futuro
CAGLIARI - L’esigenza di una nuova stagione dell’Autonomia, di un nuovo rapporto con lo Stato nell’alveo del federalismo, ma anche la consapevolezza di una identità che guarda al passato per pensare al futuro; temi degli interventi del presidente del Consiglio, on. Lombardo, e del presidente della Giunta, on. Cappellacci, nella seduta che ha celebrato Sa die de sa Sardigna, che prese lo spunto dai cosiddetti “vespri sardi” che portarono alla cacciata dei piemontesi dall’Isola (28 aprile 1794). Un’epopea popolare – è stato ricordato – che ebbe momenti di euforia, come sempre accade nelle rivoluzioni, grandi o piccole che siano, e momenti di dura repressione.
Il giudizio sull’esperienza autonomista – ha ricordato l’on. Lombardo – è severo. C’è chi parla di fallimento. Indubbiamente, anche per un vizio di origine, lo Statuto non ha dato ai sardi quella carta costituzionale indispensabile per il loro autogoverno. Due piani di Rinascita, straordinari e aggiuntivi rispetto alle risorse ordinarie, non sono bastati; ma il percorso disagevole non ha infiacchito né lo spirito identitario né la volontà di essere popolo. Le radici della storia rappresentano un punto di partenza per continuare a crescere. Per questo motivo alla volontà celebrativa si affianca la consapevolezza di volere rapidamente superare gli ostacoli e ritrovare le condizioni per garantire una nuova fase di sviluppo economico e sociale.
Nobiltà di popolo che è stata richiamata anche dal presidente Cappellacci, in quel perenne conflitto con le forze centralistiche dello Stato per dare senso a una nazione che lingua, storia, territorio e ambiente identificano non in maniera ambigua. Sa die è “il giorno dell’ottimismo”, se la Regione riuscirà a realizzare quel progetto, discontinuo rispetto al passato, che i punti cruciali del programma (difesa del patrimonio identitario, piano di sviluppo e riforme) che la giunta intende portare avanti. Risollevarsi dalla crisi non è un aspetto contingente della politica, ma la condizione indispensabile per riaffermare i diritti dei sardi, che in molte attività non sono stati messi nelle condizioni di agire alla pari con cittadini di altre regioni. Basterebbe pensare all’insularità.
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