La Segreteria Provinciale del Sindacato Autonomo di Polizia esprime la propria posizione in merito ai gravi episodi di disordine e violenza verificatisi martedì a Cagliari durante la manifestazione di protesta del movimento dei pastori sardi
CAGLIARI - «Per prima cosa, vogliamo rivolgere pubblicamente un sentito ringraziamento a tutti i rappresentanti istituzionali, politici e sindacali che hanno espresso ferma solidarietà a tutti gli uomini della Polizia di Stato, e di tutte le altre Forze di Polizia, impegnati, per tutta la giornata di ieri, nel presidio di prevenzione predisposto appunto per assicurare a tutta la collettività locale l’ordine e la sicurezza pubblica». Anche la Segreteria Provinciale del Sindacato Autonomo di Polizia esprime la propria posizione in merito ai gravi episodi di disordine e violenza verificatisi martedì in Via Roma, davanti al Palazzo del Consiglio Regionale, durante la manifestazione di protesta del movimento dei pastori sardi.
«In secondo luogo - dicono - rivolgiamo un particolare saluto a tutti i colleghi ed ai manifestanti che si trovano ricoverati negli ospedali della città per le ferite riportate durante gli scontri di ieri, augurando loro una pronta guarigione. Oltre a ringraziare pubblicamente tutti i cittadini, ed in particolare gli automobilisti perché ancora una volta hanno dimostrato un grande spirito di solidarietà e di tolleranza verso i manifestanti, per aver saputo pazientemente sopportare i gravi e prolungati disagi derivanti dagli imbottigliamenti e lunghe code createsi nelle strade della città».
«Detto questo - prosegue il sindacato - dobbiamo precisare che noi, al di là delle appartenenze ed al gioco dei diversi ruoli svolti nella vita sociale, comprendiamo benissimo le ragioni della protesta dei pastori sardi, non foss’altro perché i tanti sardi in divisa, presenti anche ieri durante gli scontri, quando nel proprio albero genealogico non ritrovano uno stretto parente minatore, trovano un padre, uno zio, o quasi sicuramente un nonno che ha svolto durante tutta la sua vita la difficile attività di pastore».
«Siamo pienamente solidali con tutti coloro che vivono, ed alcuni casi anche in modo drammatico, i problemi del comparto agro pastorale, anche perché consapevoli dell’importanza che esso riveste per l’intero territorio della Sardegna, e non solo per i suoi rilevanti aspetti economici, ma siamo altresì fortemente convinti che qualsiasi battaglia civile e democratica debba essere combattuta necessariamente nel rispetto delle regole e del patto sociale sottoscritto da ognuno di noi con la comunità locale. Per questo motivo - concludono - riteniamo che sia i nostri uomini che gli aderenti al movimento siano stati vittime inconsapevoli di qualcuno che, nel nome di una falsa lotta politica, ha subdolamente tentato di perseguire, per proprie ambizioni personali, una strumentalizzazione ideologica di una sana e legittima protesta».
Commenti