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Monica Caggiari 1 febbraio 2005
Denuclearizzazione, pericolo scampato?
L’onorevole Lion, riferendosi alla risposta della Corte ha sottolineato che: «In base alle ultime modifiche fatte al testo nazionale, al titolo V, con particolare riferimento al rapporto tra stato e regioni, le competenze relative all’energia e alla gestione del nucleare rimangono in capo allo Stato


ALGHERO - In visita nella nostra regione come membro della Commissione bicamerale d’indagine sulla questione dello smaltimento e traffico dei rifiuti, Marco Lion, deputato dei Verdi e capogruppo della Commissione Ambiente e Lavori Pubblici, ha voluto rilasciare alcune dichiarazioni in merito alla sentenza della Corte Costituzionale, secondo la quale le leggi regionali che definiscono Basilicata, Calabria e Sardegna come territori denuclearizzati sono “illegittime costituzionalmente”.
L’onorevole Lion, riferendosi alla risposta della Corte ha sottolineato che: «In base alle ultime modifiche fatte al testo nazionale, al titolo V, con particolare riferimento al rapporto tra stato e regioni, le competenze relative all’energia e alla gestione del nucleare rimangono in capo allo Stato. La risposta della consulta era, quindi, giuridicamente prevedibile». Quindi ha voluto spiegare il grande equivoco delle gare d’appalto per il processamento delle scorie nucleari. La Sogin, società che gestisce le scorie in Italia e che per questo incassa, attraverso le bollette per il consumo elettrico, una percentuale pagata dai contribuenti per lo smantellamento delle centrali nucleari italiane, ha, infatti, di recente segnalato che tale bando di gara, con il quale le scorie verrebbero processate o in Francia o in Gran Bretagna, avrebbe risolto l’annosa questione del retaggio radioattivo del nostro passato energetico nucleare.
«Questo non corrisponde a verità», così l’on. Lion, che ha continuato spiegando che: «È vero che le scorie andranno per 5 o 6 anni all’estero, tuttavia non per essere smaltite e per il loro stoccaggio definitivo, bensì per sottoporle ad un trattamento, con il quale si recupera la radioattività ancora utile per fini energetici e pacifici, ma anche bellici». Il deputato dei Verdi ha inoltre rimarcato che leggi europee, piuttosto ferree in materia, prevedono, in poche parole, che ogni Stato membro tenga a casa propria i rifiuti. «Ecco perché questo bando di gara non risolve il problema dello stoccaggio delle nostre scorie, poche, ma comunque pericolose e radioattive, con la stessa intensità attuale, per almeno 10 mila anni, se non per 150 mila. Anche dopo il loro processamento all’estero, che ne ridurrà solo il tipo di struttura fisica e non la pericolosità».
La Sardegna, che fino a qualche anno fa era immune dall’essere scelta come sito di stoccaggio perché circondata dal mare (decreto dell’allora ministro all’industria Bersani, nel quale tra l’altro si stabiliva che le scorie non dovessero attraversare tratti di mare), era diventata di recente, paradossalmente, regione “adatta”, perché nella nostra isola siamo in pochi (bassa densità demografica), le nostre antiche rocce sono a basso “rischio sismico” e abbiamo estese servitù militari (cioè vaste zone di demanio pubblico o militare) e perché la Sogin decise di non tenere in considerazione il “fattore mare”.
Il pericolo, allora, l’abbiamo scampato, ma il problema delle scorie si ripresenterà e ora che la Corte Costituzionale ha sancito l’illegittimità di legiferare a livello regionale in merito alla materia “rifiuti di III categoria” appare plausibile (ma Berlusconi potrebbe anche decidere di non voler avere altri “disguidi” con i sardi!) che la Sardegna venga di nuovo inserita, dopo il soggiorno francese o inglese delle nostre “lastre roventi”, nell’elenco di zone “ottimali” per la “dispendiosa” custodia della radioattività. Una radioattività che fu e che rimarrà pericolosamente tale –ricordiamolo prima di rievocare il ritorno all’energia nucleare– per decine di migliaia d’anni.
Commenti
15/9/2025
Il cantiere ormai abbandonato oggetto di abbandono indiscriminato di rifiuti. Langella: una vera e propria bomba ecologica nel quartiere di Sant´Agostino. L´appello: la città non è fatta solo di centro storico
15/9/2025
Inciviltà e servizi di pulizia e controllo insufficienti alla base delle condizioni degradanti in cui si ritrovano quasi tutte le zone verdi di Alghero



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