I sardi non sono “locos”, ma riescono quando vogliono a mettere in fuga chiunque, non senza ricordare che da qualche tempo i quattro mori la benda dagli occhi se la sono tolta
ALGHERO - Sardegna ridente isola al di là del Tirreno Italico, dove sole, clima e mare la hanno proiettata nell’hit dei pensieri-desideri degli italiani e non, per trascorrere le proprie vacanze. Per altri un´isola “lontana e sperduta”, abitata da pochi, dedita per lo più alla pastorizia, con scarsa capacità di intendere, insomma “pocos y locos”. Le autorità Romane che ci governano, dall´alto della loro infinita saggezza, pensarono di spedire su questa sperduta terra le scorie radioattive di centrali atomiche dismesse, industriali e ospedaliere. Tutto questo, manco a dirlo, senza chiedere il permesso agli abitanti della ridente e soleggiata isoletta, distratta dal suo più grande obiettivo: il lavoro nei campi. Questa, situazione la Sardegna la ha dovuta affrontare, due anni fa. E questo è sta il modo in cui , molto democraticamente , trasparente e federalista, le autorità Romane stavano gestendo l’affaire, dimenticando che i sardi non sono “locos”, ma riescono quando vogliono a mettere in fuga chiunque solo brandendo bastone e forconi, all’antica, non senza ricordare che da tempo i quattro mori la benda dagli occhi se la sono tolta. E tanto tempo è passato da quando il Lombroso scrisse le “sue tesi” su di noi.
Chi si è occupato della soluzione del problema “scorie” ha sentenziato che il suolo della Sardegna è perfetto per fare da pattumiera atomica dell´Italia
La conformazione geomorfologica ideale, le rocce, infatti, sarebbero del tipo più adatto a contenere questi materiali, inoltre vi sono molte miniere abbandonate con pozzi posti a grande profondità che sembrano proprio fatti apposta. Dissentono i docenti di geologia e scienza del suolo, non sono molto d´accordo, rocce vabbè, peccato che in mezzo ci scorrano le falde acquifere. Particolare che al Ministero dell´Ambiente, pare non interessasse ; gli interessava così poco che la Presidenza del Consiglio delegò alla Sogin (società di gestione degli impianti nucleari) il compito di individuare il sito adatto. Presidente di tale società è il generale Carlo Jean, al quale è stata concessa una strabiliante deroga mediante il decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 59 del 12 marzo 2003. E i Sardi, forti del loro Statuto dell’Autonomia che hanno fatto? Qui arriva il bello: hanno fatto chiasso e rumore in tanti e … legiferato. Forti dell’appoggio incondizionato della gente sarda, i politici trovarono un ampio accordo che sfociò in una legge Regionale che ha proclamato la Sardegna regione denuclearizzata. Ma probabilmente nelle alte sfere è si pensato che era meglio che stessero zitti e buoni, altrimenti.... Infatti come una tegola, è piovuta addosso ai Sardi tutti, il deliberato della Consulta, che ha rigettato la legge Regionale. E’ stata dichiarata incostituzionale di competenza esclusiva dello stato, Per la Consulta, le Regioni non possono ostacolare insediamenti di siti di stoccaggio di rifiuti radioattivi, decisi dal governo, e non possono, nemmeno, impedire il movimento di tale merce. Il ricorso, è stato presentato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, contro la legge regionale della Sardegna del 3 luglio 2003, n.8, Dichiarazione della Sardegna territorio denuclearizzato. Tuona contro il provvedimento il Governatore della Sardegna Soru, si pronuncia il Presidente del Consiglio Spissu: «L´autonomia e lo Statuto della Sardegna sono messi in discussione, proprio nel momento in cui cresce, nei sardi, la coscienza collettiva di riscrivere i principi fondamentali del loro rapporto con lo Stato. Su questa materia il consiglio regionale dovrà compiere una profonda e unitaria riflessione». E noi cittadini saremmo al fianco dei nostri politici, per difendere la nostra terra e il nostro diritto di scegliere di non diventare la pattumiera d’Italia per le scorie radioattive. Sardi si, fieri di tutto, anche dei nostri padri che ci hanno lasciato questa terra in prestito per vigilarla, e consegnarla intatta ai nostri figli. Cosa che faremmo!
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