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Stefano Idili 23 maggio 2005
Rischio nucleare in Sardegna: avanzano le indagini
Per le associazioni ecologiste questo significa che finalmente, si fa un po´ di chiarezza, ma per la dovuta informazione alla popolazione ancora nulla per chissà quanto tempo


CAGLIARI - Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d´Intervento Giuridico informano che lo scorso 18 maggio il Prefetto di Sassari avrebbe consegnato la voluminosa copia del piano di emergenza per i rischi di incidente nucleare derivante dalla presenza dei sottomarini U.S. Navy a propulsione nucleare di S. Stefano, nell´Arcipelago della Maddalena, ai Comuni interessati (La Maddalena, Palau, S. Teresa di Gallura ed Arzachena). Per le associazioni ecologiste questo significa che finalmente, si fa un po´ di chiarezza, ma per la dovuta informazione alla popolazione ancora nulla per chissà quanto tempo. In Italia sono ben pochi i porti autorizzati ad ospitare naviglio a propulsione nucleare, in Sardegna sono tuttora due: Cagliari e La Maddalena. Sfidiamo qualsiasi cittadino comune cagliaritano o maddalenino a saperne qualcosa. Le risposte non sono state molto rassicuranti. Il Prefetto di Cagliari (nota prot. n. 0500187/12.B.1/Gab. dell´11 aprile 2005) ha reso noto che "la Marina Militare - Comando Militare Marittimo Autonomo in Sardegna - Ufficio Operazioni/Difesa, in base alle indicazioni dello Stato Maggiore, ha comunicato che non sussiste alcuna necessità di pianificazione di emergenza relativa a navi a propulsione nucleare e della conseguente comunicazione della medesima alla popolazione. Il Prefetto di Sassari (nota prot. n. 2847/AREA III^/Prot.Civ. dell´8 aprile 2005) ha, invece, reso noto che "il piano di emergenza esterna per l´arcipelago della Maddalena, di recente definito è attualmente oggetto di una specifica illustrazione agli organismi interessati alla sua attuazione" per consentire la condivisione delle procedure attuative. Ma gli ecologisti si domandano: «tuttora cosa possono fare le popolazioni interessate ? Insomma, se, maledettamente e sfortunatamente, accade un "incidente nucleare" come ci si deve comportare per limitare i rischi di contagio ?». Il decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, modificato ed integrato dal decreto legislativo n. 241/2000 ed attuativo delle direttive n. 89/618/Euratom e n. 96/26/Euratom in materia di radiazioni ionizzanti, prevede che lo Stato provveda alla tutela delle popolazioni potenzialmente esposte al rischio di incidenti negli impianti nucleari delle varie tipologie mediante la predisposizione di specifici piani di emergenza (art. 115). Aspetto fondamentale della predisposizione dei piani di emergenza per i cc. dd. rischi di incidente nucleare è la specifica campagna di informazione (art. 129), a carattere obbligatorio: le informazioni devono, inoltre, le informazioni devono essere sempre accessibili al pubblico e devono essere fornite senza che la popolazione debba richiederle. La popolazione deve, inoltre, essere regolarmente informata e regolarmente aggiornata sulle misure di protezione sanitaria ad essa applicabili nei vari casi di emergenza prevedibili, nonché sul comportamento da adottare in caso di emergenza nucleare (art. 130). «Insomma, crepino pure tutte i portatori di sfortuna, ma, nel malaugurato caso di incidente nucleare, abbiamo la possibilità di cavarcela in quel di La Maddalena o dobbiamo soltanto sperare nel maestrale ? Comunque sarà a breve inoltrato uno specifico ricorso ai sensi dell´art. 226 del trattato U.E. alla Commissione Europea per mancata attuazione della normativa comunitaria in materia di sicurezza dai rischi di incidente nucleare».
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