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A.B. 21 gennaio 2014
«Psr, risultato deludente per la Sardegna»
La Copagri-Confederazione Produttori Agricoli ritiene non soddisfacente l’intesa tra lo Stato e la Regione Autonoma della Sardegna sul riparto delle risorse Psr 2014-2020


SESTU - Con l’Intesa sancita il 16 gennaio dalla Conferenza Stato/Regioni sul riparto dei “Fondi Fears-Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale “, relativo al periodo 2014-2020, alla Sardegna viene riconosciuta una spesa pubblica pari ad 1.308.407 euro. Le risorse dei Psr a livello nazionale sono passate dai 17.661.697.937euro del precedente periodo di programmazione ai 18.619.418mila stabiliti per il 2014-2020, con un incremento percentuale del 5,42percento circa; la Sardegna, invece, segna, rispetto al Psr precedente, un aumento di 16milioni di euro, appena l’1,25percento. Non così per regioni come Emilia Romagna o Lombardia, che registrano un incremento superiore ai 130milioni di euro.

Questo il quadro delineato sull’argomento dalla “Copagri-Confederazione Produttori Agricoli”. Il cofinanziamento statale per la Sardegna è oggi di 476.260.400euro, mentre la volta scorsa era di 620.015.636euro. Nella sostanza, il minore impegno dello Stato si traduce in un onere per la Regione di ben 204.111.600euro; per il Psr 2007-2013 aveva sborsato 97.339.169euro, che rappresentavano il 7,53percento della spesa totale; oggi deve accollarsi il 15,60percento. «Dunque - dichiara Ignazio Cirronis, presidente regionale di Copagri Sardegna - avremo un Psr più o meno della stessa portata finanziaria del precedente, nonostante le risorse per i Psr aumentino in diverse regioni evidentemente più capaci della Sardegna di ottenere un incremento e, soprattutto, confermiamo l’importo del vecchio Psr solo sborsando più di cento milioni in più da parte della Regione».

«La Regione - aggiunge Pietro Tandeddu, coordinatore regionale di Copagri - mentre con il suo presidente presiede la “Commissione Isole della Conferenza delle Regioni Periferiche e Marittime dell'Unione Europea” con l’intento, evidentemente, di far fare in Europa qualche concreto passo in avanti al concetto di insularità, non riesce a confermare in casa un principio già riconosciuto dal governo nazionale in sede di Intesa Stato/Regioni sulle risorse destinate a finanziare i Psr del 2007-2013. Con quell’Intesa, del 31 ottobre 2006, il Governo riconosceva alla Sardegna una quota straordinaria di cofinanziamento, si legge testualmente “in ragione degli svantaggi geografici e naturali legati all’insularità…”». «Perché questo principio non è stato fatto valere anche questa volta?», conclude Ignazio Cirronis, che auspica un immediato confronto anche per definire una strategia chiara di indirizzo della spesa capace di affrontare, con le risorse disponibili, le debolezze strutturali dell’agricoltura sarda.
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