Alla Camera dei Deputati ieri si è parlato dei fanghi residui dell’acqua potabilizzata a Monte Agnese. Il ministro Matteoli risponde all’On Cossa. La Regione si difende, ma la magistratura indaga
ALGHERO - Il Question Time di ieri pomeriggio alla Camera, ha interessato anche la città di Alghero. Una domanda a risposta diretta è stata posta dall’Onorevole Michele Cossa, al Ministro dell’Ambiente Altero Matteoli. La domanda mirava a smascherare il silenzio che circonda lo smaltimento dei fanghi da potabilizzazione dell’acqua. Ebbene il parlamentare sardo ha chiesto quali iniziative il Ministro intendesse assumere e quali provvedimenti avesse in serbo, considerato che nelle province sarde di Sassari, Cagliari, Nuoro e Oristano, i fanghi costituiscono una vera e propria bomba ecologica. Alghero è interessata in maniera diretta, tanto che il Ministro Matteoli ha menzionato il sito di Montagnese, dove si trova la stazione di potabilizzazione delle acque.
Ebbene dell’affare, si stanno interessando anche i carabinieri del N.O.E ( Nucleo Operativo Ecologico) tanto che quattro persone sono state segnalate all’autorità Giudiziaria, pare ex dirigenti dell’Esaf. Ad Alghero, in località Monte Agnese, si trovano stoccati reflui in quantità superiore a quelli previsti dalla legge. In particolare ci sono circa 210 metri cubi di fanghi restituiti al mittente, poiché definiti non trattabili da una ditta del cagliaritano, pare perché troppo melmosi e con troppa acqua, (superiore al 75%), mentre si dovrebbero conferire quasi imballati.
Ma non solo a Monte Agnese è stata segnalata la bomba ecologica di 210 metri cubi. Altri cumuli di fango sono stati segnalati nei pressi dell’impianto su una strada asfaltata. Il Ministro ha risposto che almeno tre componenti hanno determinato lo stallo dei fanghi: innanzitutto la presenza di volumi residui non conferiti per lo smaltimento dalla ditta precedentemente affidataria del servizio; in secondo luogo l’eccesso del contenuto di acqua superiore al 75percento nei fanghi di risulta, che determinavano la non smaltibilità in discarica degli stessi; e infine la chiusura dei siti di smaltimento per le festività.
«La Regione ha comunicato al Ministero -ha affermato Matteoli- che i fanghi conferiti in discarica, sono superiori a quelli prodotti, pertanto il servizio si è regolarizzato». Il Ministero dell’Ambiente e tutela del territorio, visto l’intervento della Magistratura, è in attesa dello sviluppo giudiziario, per valutare eventuali misure da assumere. L’On. Cossa ha ribadito al Ministro che la Regione è assente nell’esercizio di vigilanza ambientale.
Il dato emerso è che i fanghi da potabilizzazione sono stoccati, attualmente, negli stessi impianti. Non si può prescindere da un’analisi per verificare se ciò sia compatibile con la presenza accanto di acque destinate al consumo umano. Non si può andare oltre perché la Magistratura sta indagando, e nei prossimi giorni tutto sarà sicuramente più chiaro. Ma dove verranno smaltiti i fanghi? Non è ancora dato a sapere. Michele Cossa , deputato sardo ha smosso “il fango”. Suona strano come mai a livello locale nessuno ne abbia parlato, distolti forse dal fermento della politica locale in fibrillazione perenne.
Nella foto il ministro all´ambiente Altero Matteoli
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