Stop alle ruspe: il sindaco Zedda vuole aspettare l’esito del Tar. La prima casa abusiva di Medau Su Cramu, all’interno del Parco di Molentargius che doveva essere abbattuta giovedì mattina per ora è salva. Cagliarioggi ha intervistato gli abitanti presenti ieri in consiglio
CAGLIARI – Sono tre le esecuzioni annunciate dalla Procura all'interno del parco di Molentargius: sarebbe stata in programma per giovedì mattina la demolizione della prima casa abusiva. Ma in via del Sale nessuna ruspa: la villetta grigia che Lazzarino e Giancarlo Porcu hanno ereditato dal padre in riva allo stagno per ora è salva. La notizia delle demolizioni tra i residenti ha provocato il panico. Una giovane abitante di Medau Su Cramu, Sabrina Cuomo, 22 anni, due giorni fa aveva scritto una lettera indirizzata a tutti i consiglieri comunali di Cagliari chiedendo di trovare una soluzione.
Ieri sera una delegazione di abitanti della zona si è riunita in occasione del consiglio comunale nella speranza di parlare col sindaco. Zedda così ha precisato: «Ho già comunicato al Prefetto di non intervenire prima di conoscere l’esito del ricorso». E aggiunge: «Ma che nessuno si illuda, anzi sarebbe il caso che i residenti, per dare un segnale positivo, cominciassero ad eliminare le parti abusive».
Cagliarioggi ha intervistato Sabrina Cuomo che ieri sera, insieme ad altri residenti a Medau Su Cramu, era in Comune: «Noi siamo qui anche per sensibilizzare l’opinione pubblica: abitiamo a Medau Su Cramu da tantissimi anni. Paghiamo le tasse, abbiamo chiesto la sanatoria ma non ci è ancora stata data risposta. Se il problema è anche quello di disturbare i fenicotteri sappiate che ci sono sempre stati e continuano ad esserci. Il Parco è stato istituito nel ’92 e quando mio padre e tanti altri abitanti hanno costruito, pagando il terreno, non c’era nessun vincolo paesaggistico. Noi abitanti di una zona della città di certo non frequentata siamo una risorsa utile: pochi anni fa era scoppiato un incendio e siamo stati noi abitanti a chiamare i soccorsi e a metterci al lavoro per spegnerlo. Noi abbiamo chiesto di metterci in regola ma non abbiamo mai ricevuto risposta».
Un altro abitante ci spiega: «Io e la mia famiglia, prima abusivi, abbiamo invece pagato e avuto la sanatoria. Com’è possibile che siamo stati regolarizzati e poi abbiamo ricevuto la notizia delle demolizioni? Qui, a differenza di ciò che è stato detto da qualche giornalista, non ci sono ville né piscine ma case costruite da 50 anni a questa parte con le nostre mani, con la fatica del lavoro. Ma nessuno di noi si sente al sicuro ormai». Ora i residenti aspettano la risposta del Tar: poi decideranno il da farsi.
Nella foto lo stagno di Molentargius
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