L´associazione lancia un appello al Consiglio per evitare che la legge al momento del voto diventi una sorta di mostro che tutto agevola fuorché le buone tradizioni e i seri agriturismo
SASSARI - La Federalberghi Confcommercio Sardegna stigmatizza l'approvazione da parte della Commissione del Consiglio Regionale delle norme in materia di agriturismo, ittiturismo e pescaturismo «al di fuori da ogni ragionevole logica di valorizzazione di un sistema che colleghi l’ospitalità all’agricoltura che produce. L'associazione lancia un appello al Consiglio per evitare che la legge al momento del voto diventi “una sorta di mostro che tutto agevola fuorché le buone tradizioni e i seri agriturismo».
All'indomani del voto definitivo in Aula, se non modificata, questa normativa rischi, secondo Federalberghi Confcommercio, di diventare «una legge assurda che lede i principi base della concorrenza, maschera gli agriturismi come veri e propri ristoranti, imbrogliando gli utenti sul concetto di produzione propria e servendo in pratica solo un terzo dei prodotti coltivati o allevati in azienda. Inoltre crea zone grigie al di fuori da ogni controllo e soprattutto non eleva il settore agrituristico a comparto di valore per l’intero sistema turistico sardo».
«Manca una visione della tutela del consumatore che si troverà in strutture senza che vengano rispettati i requisiti minimi di sicurezza ed alle quali saranno concesse deroghe in materia di uso di locali che devono essere destinati ad uso privato, senza alcuna autorizzazione in merito – prosegue l'associazione - Non vi è alcun obbligo, come avviene per tutte le strutture ricettive e della somministrazione, ad adempiere ad obblighi assicurativi e di tutela degli ospiti».
«Si consente una percentuale ridicola di utilizzo di produzione propria, fissata al 35%, quando in tutta Italia vige almeno il 50% - osserva Fedealberghi -. E' una cosa che riteniamo vergognosa, una classica manovra di carattere elettorale, con effetti dirompenti persino sullo stesso sistema di veri agriturismi, che curano la qualità delle proprie produzioni e offrono all’ospite tipicità e tradizione, andando così a favorire attività con bassa qualità e quindi basso prezzo. Riteniamo ancora una volta impropria la norma che prevede per queste aziende il nuovo limite di 100 coperti al giorno per un massimale di 1.800 al mese – conclude - più una deroga a questi numeri per ulteriori due volte al mese, praticamente un invito a banchetti e matrimoni senza alcun controllo. Con buona pace della accoglienza familiare».
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