Cinque titoli in cartellone da mercoledì 28 gennaio fino al 22 aprile 2015. Il sipario si aprirà su "Doris e Irene parlano da sole" di Alan Bennett
ORISTANO - L'ironia feroce di Alan Bennett e l'umorismo bislacco di Lewis Carroll, e poi la comicità irresistibile della “Mandragola”, un ritratto dell'Italia degli Anni Sessanta e una surreale “Apocalisse”: si alza il sipario sulla Stagione di Prosa 2014-15 organizzata dal CeDAC al Teatro Garau di Oristano (nell'ambito del XXXV Circuito Teatrale Regionale Sardo, con l'imperativo e un po' provocatorio slogan “Giù la Maschera!”) e realizzata con il patrocinio e il sostegno del Comune di Oristano.
Cinque titoli in cartellone dal 28 gennaio al 22 aprile 2015 – tra un duplice ritratto al femminile con “Doris e Irene parlano da sole” del Teatro Stabile della Sardegna – che aprirà la stagione – e un omaggio alla grazia e all'intelligenza muliebre nella “Mandragola” diretta e interpretata da Jurij Ferrini; spazio a sogni e speranze del Belpaese negli anni del boom con “L’abito della sposa” di Mario Gelardi, e all'inquietudine di una “Alice” contemporanea, poetica e un po' dark; infine il sipario si chiuderò sull'“Apocalisse”, tra visioni e racconti della fine del mondo.
Tra i protagonisti nella città di Eleonora, artisti come Ugo Dighero (attore dallo spiccato talento comico, fondatore dei Broncoviz con Maurizio Crozza, e volto noto del piccolo schermo, da trasmissioni come “Avanzi” alla serie “R.I.S.” e a fiction come “Un medico in famiglia”), istrionico interprete dell' “Apocalisse”; e l'eclettico attore e regista, nonché conduttore televisivo Pino Strabioli, protagonista, insieme alla giovane e bravissima Alice Spisa (Premio Ubu Under 30 2013 per “Lo stupro di Lucrezia” di Shakespeare), de “L’abito della sposa”. Sotto i riflettori anche Romina Mondello – bellissima e enigmatica “sorella di Amleto” nel ruolo di una moderna “Alice” per la regia di Matteo Tarasco; e Jurij Ferrini, brillante attore e regista alla prese con la commedia di Machiavelli e la sciocchezza di Messer Nicia; e ancora due straordinarie attrici di teatro, Maria Grazia Bodio e Lia Careddu, per due atti unici con la cifra caustica di Bennett.
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