Martedì, si discuteranno i tre elementi qualificanti e distintivi del documento dell’Opposizione
CAGLIARI - Nessun intervento edilizio nelle zone vincolate, rispetto della destinazione d’uso degli edifici e contributi a fondo perduto per la prima casa. Sono questi i tre elementi qualificanti e distintivi della controproposta sul “Piano casa” presentata dal Partito Democratico in Consiglio Regionale, con il capogruppo Mario Bruno in veste di primo firmatario, in contrapposizione al disegno di legge elaborato dalla Giunta Cappellacci.
Nel provvedimento presentato ieri in Commissione Urbanistica, sono ammissibili ampliamenti volumetrici del patrimonio edilizio esistente, ma solo nel rispetto del «sistema di vincoli e di tutela disposte dalla pianificazione nazionale e regionale». In particolare, le unità immobiliari non potranno essere aumentate più del 20percento della superficie utile lorda esistente al 31 marzo 2009 e, comunque, fino ad un massimo complessivo per l’intero edificio di settanta metri quadrati. Gli interventi straordinari di ampliamento dovranno riguardare solo costruzioni di tipo monofamiliare, bifamiliare o edifici con una superficie non superiore ai trecentocinquanta metri quadrati, purché situati all’interno di centri abitati o collocati in aree esterne agli ambiti dichiarati dai Piani di bacino a “pericolosità idrogeologica o geomorfologica elevata”. Tocca poi ai Comuni, con apposita deliberazione in Consiglio Comunale, l’applicazione delle norme che potranno anche essere più restrittive, in coerenza con i propri strumenti urbanistici.
La proposta di legge, che sarà messa a confronto martedì 15 settembre, in Commissione Urbanistica, con quella formulata dalla Maggioranza di Centrodestra, prevede un finanziamento complessivo di centomilioni di euro per tre anni, «a supporto di una più consistente domanda pubblica», tramite contributi a fondo perduto di venticinquemila euro ciascuno, da erogare a circa milleduecento famiglie per la prima casa. Il Pd, propone inoltre uno stanziamento di venticinquemilioni di euro a supporto di interventi di edilizia residenziale pubblica nei Comuni e per incrementare la quota annuale della legge sulla prima casa. Nella proposta è contemplato, infine, il sostegno per il completamento di strutture da ultimare, quali facciate, intonaci, coperture, selciati, recinzioni o urbanizzazioni primarie. Gli interventi saranno supportati da contributi a fondo perduto, nella misura di ventimilioni di euro per anno, riservato solo a coloro che percepiscono un reddito inferiore ai venticinquemila euro, e pari, al massimo, al 50percento dell’investimento previsto.
Nella foto: Mario Bruno, capogruppo del Pd in Consiglio Regionale
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