Per il capogruppo del Pd in Consiglio Regionale, ci sono «poche possibilità di dialogo sul piano per il mattone del Centrodestra»
ALGHERO - «Sul Piano Casa del Centrodestra ci sono poche possibilità di dialogo». Questa la posizione del capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale Mario Bruno. «La Maggioranza non prende minimamente in considerazione la nostra proposta di legge – continua – Con la forza dei numeri vogliono nuovamente imporre in Sardegna
Per di più, «il piano per il mattone firmato Cappellacci-Asunis é una mera proposta propagandistica priva di possibilità di attuazione pratica».
Non è un “Piano Casa”, secondo il capogruppo Pd, perchè «non prevede un euro di sostegno per quella sempre più ampia fascia sociale di sardi che non trovano possibilità di accesso all’abitazione principale - ed inoltre - è in contrasto con la legge sovraordinata ed è pertanto palesemente illegittimo: deroga al Codice Urbani e ad altre leggi dello Stato, ponendosi oltre le competenze della Regione, Espropria i Comuni dei loro poteri programmatori ed instaura la logica del “fai da te”».
Su un problema fondamentale come quello della casa, «il Pd ha scelto di non trincerarsi dietro un’opposizione ostruzionistica. Abbiamo portato a sintesi le diverse esigenze ed osservazioni riguardanti un piano che dia autentiche risposte all’economia sarda e soprattutto ai tanti sardi che attendono la prima casa». La proposta del Pd, infatti, «finanzia centomilioni di euro a supporto di una più consistente domanda pubblica, in grado di innescare un volano significativo nella ripresa economica della Sardegna.
Vogliamo riattivare i contributi a fondo perduto consentendo, per la prima casa, l’erogazione di venticinquemila euro a circa mille nuclei familiari; destiniamo venticinquemilioni di euro per interventi di edilizia residenziale pubblica e incrementiamo di trentamilioni di euro i benefici della legge regionale 32 del 1985; inseriamo, per il completamento del cosi detto “non finito”, ventimilioni di euro, a favore di una “mobilitazione concreta” delle piccole e piccolissime imprese artigianali locali».
Infine, osserva l’esponente del Pd, «a differenza del Centrodestra, nella nostra proposta rispettiamo e tuteliamo, l’autonomia dei Comuni della Sardegna, prevedendo che ciascun Comune debba recepire con atto proprio le disposizioni della legge regionale e possa decidere se applicare o meno gli interventi di ampliamento della prima casa nel rispetto degli strumenti urbanistici comunali».
Nella foto: Mario Bruno, capogruppo del Pd in Consiglio Regionale
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