In nconsiglio regionale approda la mozione sul nucleare nell'isola. Ma il Centrosinistra rimane deluso
CAGLIARI - No al nucleare. La volontà espressa dal Consiglio Regionale
nella votazione della mozione, poi diventata Ordine del giorno, presentata dal Centrosinistra, è chiara. Il voto unitario, 53 a favore, ha espresso la contrarietà dei sardi alla realizzazione di centrali nucleari e alla localizzazione di depositi per lo stoccaggio delle scorie.
Gian valerio Sanna (PD) nel corso del dibattito ha definito rilevante e determinante il problema, confessando di non essere fiducioso sulle capacità della Giunta di impugnare la legge, ha denunciato la volontà dello stato di sostituirsi all’autonomia regionale, l’atto di «un governo padrone».
Giampaolo Diana (PD), nel suo intervento, ha detto che la scelta del nucleare è in ogni caso una sconfitta, «una battaglia vecchia, non è vero che costa meno, non si considerano i costi sociali. Bisogna dire un no secco al nucleare e concentrarci su sue fonti energetiche: quella tradizionale (Carbone Sulcis) e le fonti rinnovabili».
È poi intervenuto Carlo Sechi, che ha ribadito tutta la sua contrarietà alle centrali nucleari in Sardegna; ma non solo, «il no deve riguardare tutta l’Italia. Si tratterebbe di un ennesima servitù». Sulla medesima posizione Pietro Cocco (PD) che ha denunciato con forza la decisione del Governo sul programma nucleare e ha sottolineato i gravi pericoli che conseguirebbero.
A giudizio di Tarcisio Agus (PD), la volontà espressa a suo tempo col referendum non deve essere ribaltata dal governo. «Quale potremo avere per far valere il titolo V?». Parlando a favore dell’uso delle fonti rinnovabili ha sottolineato la pericolosità del nucleare, «bisogna andare oltre».
Pier Paolo Vargiu (Rifondazione) giudica che si stia discutendo di due problemi distinti: la scelta nucleare per l’Italia e la volontà della Sardegna di non volere centrali atomiche. «Interessa più da vicino la questione della Sardegna sede di centrali. Siamo contrari a centrali atomiche in Sardegna».
Anche l'algherese Mario Bruno (PD) ha sottolineato il clima di convergenza, ed ha auspicato concretezza di risposte. «La Sardegna deve impugnare il disegno di legge davanti alla consulta, Non basta chiedere l’osservanza dello statuto».
Nella foto Antonello Liori, assessore alla Sanità, delegato per la discussione in assenza del presidente Cappellacci
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