Il destino dei due compendi agricoli non lo si decide a Cagliari, Roma o qualsiasi altro posto: lo si crea ad Alghero con gli algheresi
ALGHERO - «Dopo diversi mesi, dall'annuncio propagandistico di un "recupero" dei beni dell'azienda Surigheddu da parte dell'assessore Prato e dell'amministrazione comunale di Alghero, notiamo con vivo disappunto che si trattava solo di un'ennesimo slogan ad uso politico, che il centro-destra attua sistematicamente a tutti i livelli. Questa condotta, deprecabile di per se, è irresponsabile se attuata da organi istituzionali, perché non rispetta il cittadino e produce false speranze in chi versa in stato di bisogno».
E' quanto afferma da Giovanni Spano, responsabile agro e borgate di "Sinistra e Libertà", in merito alla discussa situazione in cui versano le due storiche aziende agrarie di Alghero. «La storia stessa della gestione pubblica di Surigheddu e Mamuntanas, si pone in contrasto con i valori su cui si basa uno stato moderno e che emanano dalla nostra Carta Costituzionale», precisa.
«Nei 1300 Ha, che costituiscono le due aziende, non vige il principio costituzionalmente garantito del diritto al lavoro, nè tanto meno quelli di legalità, imparzialità e buon andamento, che devono essere applicati nella gestione della cosa pubblica da parte delle amministrazioni, ma è vigente la legge del più forte, sorretta dal principio di impunità, determinato dall'inattività politica locale e regionale».
Per evitare il consolidamento o peggio l'estendersi di questa condizione d'assenza dello Stato, è opportuno finirla con slogan o annunci ed iniziare a ristabilire la legalità - sottolinea Giovanni Spano - partendo, da parte delle istituzioni, con una pubblica dichiarazione di condanna verso gli occupanti che ogni giorno concretamente, con le proprie greggi, calpestano i diritti dei cittadini e si appropiano di ciò che appartiene alla comunità.
All'assessore Prato e al sindaco Tedde, Sinistra e Libertà chiede che si finisca di pronosticare l'attuazione di piani calati dall'alto, ma che si concretizzi in modo democratico il coinvolgimento di forze politiche, associazioni di categoria e comitati di cittadini, nella progettazione dell'utilizzo delle aziende Surigheddu e Mamuntanas. «Il destino dei due compendi agricoli non lo si decide a Cagliari, Roma o qualsiasi altro posto: lo si crea ad Alghero con gli algheresi», conclude.
Nella foto: l'assessore Prato e il sindaco Tedde
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