I due esponenti del centro-sinistra hanno presentato un ordine del giorno dove impegnano il sindaco ad esaminare un nuovo modello abitativo di coresidenza, una sorta di villaggio urbano dove le famiglie condividono con i vicini degli spazi in comproprietà
ALGHERO – Viene definito “cohousing” o coresidenza, un modello di vita in una comunità residenziale a servizi condivisi, una nuova maniera di concepire l’abitare, dove si coniuga l’autonomia dell’abitazione privata ai vantaggi di servizi e spazi condivisi. Una sorta di villaggio urbano dove ciascuna famiglia vive nella propria casa, ma condivide con i vicini degli spazi in comproprietà.
La “rivoluzione abitativa” potrebbe interessare anche la città di Alghero a partire dalle norme di attuazione del prossimo Piano Urbanistico Comunale, in fase di concertazione. Lo hanno chiesto i consiglieri comunali del Gruppo misto, Angelo Piras e Vittorio Curedda. I due esponenti del centro-sinistra hanno presentato un ordine del giorno dove impegnano il sindaco ad esaminare tale progetto innovativo chiedendo gli strumenti opportuni, quali ad esempio il parere di società specializzate, per individuare gli elementi di concreta attuazione.
«Le nostre città - dicono Piras e Curedda - sono sempre più malate di nuove solitudini sociali dovute soprattutto alla crisi della famiglia e dei rapporti con i vicini. Il fine del cohousing è quello di recuperare le relazioni e il sostegno reciproco del vicinato, cosa che avviene sempre più raramente, attraverso lo scambio, le relazioni, i servizi comuni e la salvaguardia dei propri interessi di quartiere».
Nella progettazione partecipata potrebbero trovare spazio micronidi di quartiere, sale giochi, sale proiezioni, palestre, piscine, giardini, magazzini, lavanderie automatiche e spazi cucina. Non solo, i progetti di cohousing, essendo sensibili all’impatto ambientale prevedono inoltre l’applicazione dei principi della bioarchitettura e l’utilizzo di energia pulita.
Nella foto: Vittorio Curedda e Angelo Piras
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