Per gli onorevoli Bruno e Uras è necessario garantire la libertà di manifestazioni pacifiche e assolutamente non violente così come indicato dalla Costituzione italiana
CAGLIARI - Precisa la dichiarazione congiunta dei capigruppo in Consiglio regionale Mario Bruno (Pd) e Luciano Uras (Comunisti-Sinistra Sarda-Rossomori) sulla protesta dei pastori sardi questa mattina a Roma. «Ancora una volta il Governo nazionale sceglie la via della repressione e non quella del dialogo. Di nuovo, a subire questo modus operandi, sono i pastori sardi arrivati questa mattina a Civitavecchia da Olbia per manifestare davanti al ministero delle Politiche agricole e mantenere alta la vertenza sul prezzo del latte riconosciuto ai produttori. Ribadiamo che è sempre necessario, da parte di tutti, garantire la libertà di manifestazioni pacifiche e assolutamente non violente così come indicato dalla Costituzione italiana.
Quello che vogliamo sottolineare è, invece, come la tensione nel mondo agro-pastorale sardo sia sempre altissima. Questo nonostante le promesse della Giunta regionale che, ancora una volta, sono state disattese: di nuovo, il governo di centrodestra nell’Isola mostra tutta la propria inadeguatezza. La manifestazione prevista questa mattina a Roma arriva a poco più di due mesi dall’occupazione del Consiglio regionale sardo da parte del Movimento Pastori Sardi.
In quella occasione il presidente della Giunta Regionale Ugo Cappellacci e l’assessore all’Agricoltura Andrea Prato avevano garantito la soluzione della vertenza firmando un accordo con i pastori che prevedeva, tra l’altro, l’erogazione dei contributi nella misura massima consentita dai regolamenti comunitari, da erogare entro il 31 dicembre 2010. Non solo non è stata mantenuta la parola sull’ammontare delle risorse, ma, a oggi, secondo quanto ci risulta, anche la partita dei pagamenti è ferma: un’altra testimonianza, se servisse, dell’ incapacità di questa Giunta di gestire i problemi della Sardegna».
Nella foto: i consiglieri regionali Uras e Bruno
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