Le strategie di una nuova politica agricola comunitaria come pensate nella conferenza di Ozieri, sono state sottolineate nel Forum nazionale a Roma dall´assessore regionale all´Agricoltura Andrea Prato
ROMA - «Nell’anno del 150mo anniversario dell’Unità d’Italia non è più accettabile la disparità di trattamento tra Regioni anche sul fronte della distribuzione interna delle risorse finanziarie in agricoltura. La nuova Politica agricola comune (Pac) 2014-2020 dovrà tenere conto di ciò che l’agricoltura rappresenta come bene pubblico, come tutela dell’ambiente e non più o solo sul fronte della produttività o degli occupati. Gli agricoltori e i pastori, come quelli sardi o i toscani, siciliani o gli alto-atesini che operano in zone svantaggiate, esercitano un ruolo che è anche sociale e questo non può essere più ignorato né questi produttori possono più essere considerati di serie B».
Lo ha sottolineato l’assessore dell’Agricoltura della Regione Sardegna, Andrea Prato, intervenendo oggi (martedì) a Roma al Forum nazionale sulla nuova Pac 2014-2020, preceduto dalla conferenza di
Ozieri. D’accordo con quanto esposto dall’assessore sardo anche i rappresentanti di Uncem (Unione comunità montane), Upi (Unione province italiane) e Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e tra l’altro in linea con quanto auspicato recentemente dal papa Benedetto XVI per una dimensione sociale dell’agricoltura.
«È vero che la battaglia a difesa del budget agricolo italiano - spiega l'assessore regionale sardo - è necessaria, perché il nostro Paese è un contributore netto al bilancio dell’Unione europea e non può perdere altre risorse. Da questo punto di vista il documento del Governo è condivisibile. Ma è altrettanto vero che il riallineamento interno degli aiuti e dei pagamenti diretti secondo logiche non più solo produttive-intensive è un obiettivo imprescindibile». «La media in Lombardia è di 571 euro/ettaro, mentre in Sardegna è di 161 euro/ettaro. È un gap che deve essere riequilibrato perchè agricoltura non vuol dire solo colture intensive e industriali, ma anche e soprattutto salvaguardia del territorio, miglioramento dell’aria che respiriamo, produzioni di qualità: è la giusta visione che condividiamo e intendiamo portare avanti», ha concluso Prato.
Nella foto: l'assessore regionale all'Agricoltura Andrea Prato
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