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A.B. 16 agosto 2011
«La manovra spopolerà la Sardegna»
«Il 100percento dei Comuni soppressi nell’interno dell’Isola», annunciano i vertici di ColDiretti Sardegna


CAGLIARI - «Dopo non essere riusciti in oltre dieci anni a fermare lo spopolamento dei centri dell’interno con i soldi comunitari e nazionali, la manovra dello Stato che prevede la cancellazione dei Comuni sotto i mille abitanti rischia di dare il colpo di grazia alla Sardegna». Questo il commento di Marco Scalas e Luca Saba, presidente e direttore di “ColDiretti Sardegna”. I piccoli centri della Sardegna rimangono l’ultimo baluardo contro l’abbandono completo del territorio, senza i piccoli paesi rischiano di chiudere immediatamente anche le poche attività produttive, in principale modo l’agricoltura. «I nostri paesi negli anni sono stati abbandonati per motivi legati alla carenza infrastrutturale e di lavoro, in momenti come questo, occorre ridare nuovo slancio a quei centri che con fatica e grazie all’operato dei sindaci hanno tentato di frenare l’abbandono del territorio», afferma Marco Scalas.

«Anche se si decidesse di sopprimere i piccoli Comuni i costi non diminuirebbero, anzi nel tempo sono destinati ad aumentare sensibilmente in quanto l’abbandono dei piccoli centri e delle attività produttive pone un serio problema allo Stato di governo del territorio che rischia di diventare completamente selvaggio ed abbandonato e quindi di essere destinato alla desertificazione, al pericolo di disastri ambientali come gli incendi, ecc. Là dove non ci saranno le imprese agricole ed i piccoli Comuni a governare il territorio dovrà intervenire lo Stato, con costi certamente superiori e con interventi diversi dallo sviluppo: perché non pensiamo a quanto costa oggi un lancio di un Canadair (svariate migliaia di euro) su un territorio che brucia rispetto ad una impresa che lavorando sul territorio evita che lo stesso si incendi?», rilancia Luca Saba. ColDiretti Sardegna chiede alla Regione che si opponga fermamente alla soppressione dei piccoli centri, perché sarebbe controproducente allo sviluppo del territorio regionale; chiede altresì che vengano eliminati tutti quei centri di costo inutili che sprecano realmente risorse pubbliche senza creare nessun risultato per il territorio.

Oggi nei paesi dell’interno della Sardegna serve un intervento contrario che attragga gli investimenti: già due anni fa ColDiretti Sardegna propose che nelle zone in via di spopolamento venisse creata una zona franca che attraverso interventi di defiscalizzazione possano consentire la creazione di nuovi insediamenti produttivi soprattutto legati alla produzione di prodotti tipici agroalimentari e dell’artigianato: che fine faranno tutto il patrimonio legato al pane, ai salumi, ai tappeti legati ad un determinato territorio? Allora è bene evitare che tutto questo si perda altrimenti si perderà anche il patrimonio di cultura della Sardegna facendo si che i territori che nascondono una potenzialità economica legata proprio al nome del comune scompaiano, a causa di una norma che vede l’esistenza di questi Comuni come uno spreco di denari pubblici: non si programma così lo sviluppo dei nostri territori.
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